L’abbraccio dei ferrovieri ai colleghi dell’Ucraina
E anche agli uomini e alle donne al lavoro sulle strade ferrate di Polonia, Moldavia, Romania, impegnati nel dare continuità ai corridoi per i rifugiati. Anche i ferrovieri ucraini piangono morti nel conflitto
Sono al lavoro tutti i giorni, rischiando anche la morte, come è avvenuto due giorni fa. Sono i ferrovieri d’Ucraina, che stanno assicurando i collegamenti tra le maggiori città della zona centrale, orientale e meridionale del Paese (Kiev, Odessa, nei giorni scorsi Kharkiv) e l’area di Leopoli, principale punto di passaggio per i rifugiati verso la Polonia (foto Wikimedia).
«I ferrovieri dell’Europa Centrale e i ferrovieri Ucraini sono in prima linea per garantire, a loro rischio e pericolo, numerosi treni per trasportare migliaia di donne e bambini in fuga in Polonia e in Moldavia nonché in Romania» dice l‘Associazione Europea dei Ferrovieri (Aec), che condanna l’invasione russa ed esprime solidarietà ai colleghi che stanno assicurando il servizio. Così come anche i tranvieri, che «là dove possono tengono attivo il servizio di circolazione nelle città», esposti forse ancora di più al rischio di bombardamenti. «Inoltre vada il nostro fraterno abbraccio ai ferrovieri Polacchi , Moldavi e Rumeni che garantiscono la continuità dei trasporti tra confine ucraino e Europa centrale».
La stazione di Przemysl in Polonia, punto di passaggio tra rete ucraina e polacca; qui arrivano ancora treni da Kiev (foto 7 marzo 2022)Due giorni fa un treno passeggeri ucraino usato per evacuare profughi è stato colpito da schegge poco fuori dalla città ucraina di Lyman, nell’Est del paese, nella regione di Donetsk, sulla linea verso Kharkiv: il capotreno è stato ucciso e un altro ferroviere è stato ferito. Negli ultimi giorni anche mezzi pubblici sono stati colpiti in bombardamenti a Kiev e a Donetsk (in quest’ultimo caso nella zona controllata dai filorussi). Le ferrovie ucraine hanno comunicato che sono 33 i ferrovieri morti da inizio conflitto.
«Chiediamo, auspicando che il nostro appello venga ascoltato, che cessino immediatamente le ostilità e si apra al più presto un tavolo negoziale per dirimere con la ragione le controversie, nel rispetto della libertà dei popoli e con l’impegno da parte di tutti gli Stati» dice l’Associazione Eruopea Ferrovieri, che vede tra i suoi vertici italiani anche Mario Pietrangeli, ex comandante del Genio Ferrovieri, oggi residente nel Varesotto.
«È la popolazione, la gente comune, le donne e i bambini che più di tutti subisce gli effetti della guerra, che muore per le bombe, che perde le proprie case, che è costretta a scappare lasciandosi tutto alle spalle, che ha paura per l’oggi e si chiede come sarà il domani, e se arriverà a vederlo. Auspichiamo il ritorno alla fratellanza e alla pace tra i popoli».
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