Cardano al Campo
Lo zaino blu, Giulia Tabacco racconta due anni di viaggio
Dall’India all’Australia, l’esperienza di una viaggiatrice solitaria, fotografa e traduttrice
Dall’India all’Australia: Giulia Tabacco, venerdì sera, racconta al Circolo Quarto Stato due anni di viaggio. Un’esperienza confluita in “Lo zaino blu”. (Foto: Stazione di Ella, Sri Lanka, novembre 2017)
“Biciclette, ananas, motorini e rottami; risciò gialloverdi, vacche sacre, sari stesi ad asciugare sui prati, rattoppatori di copertoni; assiepamenti di carretti tirati da asini, da cavallini e da uomini in ciabatte. Monsoni, sacchi di riso, rigagnoli che se non stai attento ci finisci dentro fino alle caviglie, matasse di fili penzolanti, poster luccicanti del dio Ganesh, venditori di padelle, di chiodi di garofano e di calzini, cavadenti, truffatori, vigili coperti di polvere, semafori che non se li fila nessuno, scimmie, capre, collane di fiori color curcuma e un miliardo e passa di persone.
Gente, gente, gente. Gente sopra, sotto, di lato, dentro. Persone dappertutto. C’è chi frigge patatine e chi dorme, ci sono quelli accalcati lungo i binari delle stazioni, quelli che stanno fermi senza fare niente e chi sgomita per andare chissà dove. È la vita delle strade dell’India.Marciapiedi, porticati e cordoli in cui si incontra l’intera miscela del mondo.”
Lo zaino blu racconta un viaggio lungo due anni e mezzo. In questa raccolta si intrecciano cammini d’alta quota nell’Himalaya, notti immense nel deserto rosso d’Australia, villaggi abbandonati nelle fasce della Liguria, suk memorabili del Medio Oriente e la vita quotidiana delle periferie indiane.
Pagine che narrano di due donne in cammino, di incontri e deviazioni, di fango e imprevisti, di lavori occasionali e di migliaia di chilometri in un furgone di terza mano. Di piedi negli scarponi, vento che fischia tra le orecchie, caldo che toglie il respiro, foreste pluviali più antiche dell’uomo, vite che si mescolano e mani che si stringono.
Diciotto testi profondi e poetici in cui si alternano dialoghi e riflessioni, in cui i paesaggi si tessono con i gesti delle persone che abbiamo conosciuto e con le storie che hanno condiviso con noi.
Emozioni, perplessità e gioia di un andare che si è andato allungando e modificando con lo scorrere del tempo, che ha preso nuove forme e diramazioni, che è diventato un nuovo vivere e pensare la quotidianità. Queste pagine sono radici in movimento.
Giulia Tabacco è editor, fotografa e traduttrice free lance. Dal 2004 collabora con numerose case editrici (tra le quali Skira, Rizzoli e Mondadori) e con realtà culturali e sociali (tra i quali “La caravane des livres de Marrakech”, Sunugal
ONG, CIQ – Centro Internazionale di quartiere di Milano e Tiwi College). All’amore per i libri unisce quello per i viaggi in solitaria: da vent’anni percorre le strade di Asia, Europa, Oceania e Africa. È autrice di due libri fotografici: Ad asciugare al sole (Benzoni, 2011) e Un viaggio color Senegal (Coop, 2018) e di due raccolte di racconti di viaggio: Strade e parole (2017) e Quaderni siriani (2022).
Attualmente gestisce un rifugio negli Appennini liguri.