Manifesti a Gazzada Schianno contro tre consiglieri e una dipendente, scatta la denuncia
L'episodio è stato oggetto del consiglio comunale nel quale si è discusso anche del passaggio da Coinger alla nuova gestione di raccolta rifiuti
Non c’è pace a palazzo De Strens. Un dibattito lungo e complesso quello di ieri sera, giovedì 10 marzo, in consiglio comunale su un tema che tiene banco ormai da diversi mesi e che vede contrapposti maggioranza e opposizione: l’addio a Coinger e il passaggio a un nuovo gestore per la raccolta dei rifiuti.
Ma non è stato l’unico argomento affrontato. Il consiglio s’è aperto con la discussione di un episodio avvenuto il giorno di carnevale che ha, o avrebbe dovuto avere, i contorni di uno scherzo ma che in realtà svela il clima che si respira nei corridoi del municipio: ignoti hanno affisso in tutto il paese manifesti che fanno riferimento all’inchiesta aperta sui lavori alla via Leonardo Da Vinci, a seguito di un esposto. Nei manifesti si chiamano in causa a quattro persone, senza nominarle, e le si accusa di “spargere” …odio in paese. Il riferimento è chiarissimo: si tratta di tre consiglieri di minoranza e una dipendente comunale, classificati come “piccoli uomini”.
La maggioranza (assenti il vicesindaco, un assessore e un consigliere) ha preso le distanze dal gesto e la condanna è stata unanime ma per i consiglieri oggetto di scherno non è sufficiente: «Abbiamo fatto denuncia ai carabinieri di Azzate – ha detto Minonzio, uno delle quattro persone citate nella locandina denigratoria, insieme a Stefano Frattini e Francesco Bosco – e credo che non ci vorrà molto ad individuare i responsabili, visto che le telecamere li hanno ripresi mentre arrivavano in auto e appendevano i manifesti. Ci aspettiamo che il Comune si costituisca parte civile contro chi ha fatto questo atto ignobile». Anche i dipendenti del Comune si sono uniti all’appello, firmando una lettera in cui chiedono all’amministrazione di dissociarsi dal gesto, condannandolo pubblicamente, e di esprimere solidarietà alla collega.
(nella foto Stefano Frattini, a sinistra, e Alfonso Minonzio)Archiviato il caso, si è discusso del passaggio da Coinger al nuovo gestore. Le posizioni, come si diceva, restano distanti e un lungo dibattito non è riuscito a far fare passi in avanti. Il nodo restano i costi e la qualità del servizio, che per il momento è ancora affidato a Iseda ma che dovrebbe passare a Sieco in un futuro nemmeno troppo lontano, e la piattaforma di Schianno, ora aperta e funzionante ma non ancora del tutto a norma. «Non lo diciamo noi – ha detto il consigliere d’opposizione Stefano Frattini – Ci sono ancora molte cose da sistemare. D’altro canto il decreto del ministero dell’ambiente dice chiaramente quali requisiti debba avere una piattaforma ecologica: oltre a un’illuminazione a norma e alla cartellonistica chiara, devono essere garantite la viabilità interna e la sicurezza dei cittadini che conferiscono i rifiuti. Attualmente, ad esempio, non ci sono le scalette per accedere ai container. Le acque di prima pioggia dei rifiuti poi devono essere conferite in pubblica fognatura: la piazzola è aperta da fine gennaio e l’autorizzazione ancora non c’è. È stata fatta richiesta ad Ato che sta aspettando il parere di Alfa».
«Si continua a sparlare di Coinger – ha aggiunto il consigliere di minoranza Bosco – e non si guarda al futuro. Il consulente del Comune non ha portato dati o numeri che riguardano la nuova società, solo cifre per dimostrare che uscire da Coinger è stata la scelta giusta. Resta il fatto che ancora non lo sappiamo, visto che ad oggi il servizio è ancora affidato a Iseda. Non parliamo poi della piattaforma ecologica: siamo tornati alla preistoria».
L’intervento di un consulente del Comune che ha illustrato i vantaggi della nuova gestione rifiuti non ha quindi convinto i consiglieri d’opposizione: «Il passaggio da Coinger alla nuova gestione è costato ai cittadini di Gazzada 140 mila euro. E non è detto che quella cifra sia sufficiente – conclude Minonzio – Ci dimostrino che ne è valsa la pena»
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