Il Museo Castiglioni di Varese alla mostra sui “luoghi dell’esploratore“
Una parte del corredo espositivo è dedicata ai due viaggiatori ed esploratori varesini
L’interesse che la mostra su Giovanni Miani, che si inaugura venerdì, sta sollevando negli ambienti scientifici italiani e non solo è davvero notevole. “Segnale – afferma il curatore professor Mauro Varotto – del fatto che i tempi sono maturi per una migliore definizione della figura di Miani, soprattutto nella veste di moderno esploratore-reporter. Dell’avventura di Miani possiamo dire oggi che ciò che ci resta non fu la meta (che non raggiunse mai), ma il viaggio”.
All’esposizione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (in Palazzo Roncale dal 12 marzo al 26 giugno prossimi, ingresso gratuito), ha già assicurato il proprio patrocinio ufficiale la Società Geografia Italiana, che concederà alla mostra il prestito di cimeli originali dell’esploratore rodigino. Ma sono ormai diverse le realtà museali e scientifiche che hanno manifestato interesse e disponibilità a collaborare al progetto espositivo.
Tra esse il Museo Castiglioni di Varese, nato grazie alla donazione alla città di Varese, di migliaia di preziosi reperti da parte dei fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni che, per 60 anni, hanno condotto missioni di ricerca e documentazione etnologica e archeologica soprattutto in Africa. I due fratelli varesini nel 1960 hanno ripercorso parte degli itinerari di due esploratori italiani, Carlo Piaggia e Giovanni Miani, appunto, che circa un secolo prima avevano fatto conoscere il Continente Nero al mondo occidentale.
Per tre mesi, i due moderni esploratori hanno soggiornato nei “kraal” (accampamenti sommari) dei Mundari, l’etnia descritta dai loro illustri predecessori, constatando l’immutabilità dei loro costumi negli ultimi cento anni. Realizzano, tra l’altro, un’accurata indagine sui metodi di caccia di questa popolazione che verranno in seguito messi a raffronto con quelli preistorici, raffigurati sui graffiti del Bergiug in Libia. Da questa spedizione i fratelli Castiglioni hanno tratto un attento documentario che il Museo loro dedicato ha voluto mettere a disposizione della mostra rodigina.
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