Nella “casa del capostazione“ di Cocquio Trevisago arrivano i rifugiati ucraini
Vicesindaco in missione per mettere al sicuro cinque persone tra cui bambini in fuga dalla guerra. Alloggiano nei locali al primo piano della stazione delle Nord
Una volta quegli appartamenti ospitavano personale ferroviario e capostazione. Poi, oramai anni fa con l’automazione degli scali, Ferrovie Nord ha dato quegli immobili in comodato d’uso ai Comuni che li hanno impiegati come punto di riferimento delle associazioni. E oggi gli stessi appartamenti sono stati “girati“ a chi necessita di un tetto, come i cinque cittadini ucraini che il vicesindacodi Cocquio Trevisago Monica Moretti ha messo al sicuro assieme all’assessore Maurizio Crugnola dopo la missione a Milano per far arrivare in paese i primi rifugiati.
Si tratta di 5 persone, due bambini di tre anni, una di 11 e due mamme di 26 anni.
Tutto il paese si è mobilitato per assistere chi scappa dal conflitto per mettersi in salvo: «Gli aiuti sono arrivati da amministrazione comunale, gruppi volontari, “casa ungherese” , istituto Sacra famiglia e tanta solidarietà dai cittadini».
Giovedì è arrivata la notizia di richiesta dal prefetto e venerdì e sabato è stato arredato appartamento. L’associazione “Casa ungherese“ ha fatto da intermediario visto che gli ospiti erano fermi in Ungheria. Ora che succederà? Cosa faranno durante il giorno i nuovi arrivati? «Abbiamo subito attivato le procedure di inserimento scolastico per la ragazzina più grande, e sono attivi servizi di supporto psicologico da parte di Sacra Famiglia per le mamme», spiega concludendo la vice sindaca Monica Moretti.
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