Oleksandr, ricercatore ucraino dell’Insubria: “A Leopoli sotto le bombe, Putin ci vuole cancellare”
Oleksandr è un ricercatore che sta facendo un dottorato di ricerca in genetica molecolare all'Università dell’Insubria. È ucraino ed al momento è nel suo Paese d’origine
Oleksandr è un ricercatore che sta facendo un dottorato di ricerca in genetica molecolare all’Università dell’Insubria. È ucraino ed al momento è nel suo Paese d’origine. Sarebbe dovuto tornare in Italia per discutere una tesi di un suo studente il 1 marzo, ma la situazione nella sua Leopoli è giorno dopo giorno sempre più complessa, a causa dell’invasione dell’esercito di Putin.
I suoi colleghi hanno condiviso un appello per aiutare la popolazione lanciato da lui, col quale chiede di aiutare la popolazione donando alla Croce Rossa Ucraina https://redcross.org.ua/en/donate/ o a Return Alive Foundation https://savelife.in.ua/en/donate/.
Gli abbiamo scritto per saperne di più e per farci raccontare come sta vivendo in questa situazione drammatica: «Per problemi di Covid e Visa ho lavorando a distanza negli ultimi mesi. Avevo un biglietto aereo per Milano previsto per il 1 marzo: il mio dottorando, Andres, doveva discutere la sua tesi. Lavoravamo dal 2018, mettendo molto impegno nella preparazione della tesi e io ero non vedevo l’ora della discussione. Tuttavia, ora non è possibile tornare. Ho un altro impegno più urgente, la difesa dell’Ucraina».
«Dopo la rivoluzione del 2014, la Federazione Russa (RF) ha annesso la Crimea e parti dell’Ucraina orientale, uccidendo più di 15000 ucraini. Né gli USA né l’UE hanno dato una risposta adeguata, continuando a fare affari con RF, mentre i comuni cittadini ucraini diventavano sempre più poveri. Questa è stata a lungo una guerra silenziosa, ma 8 giorni fa il silenzio esploso – spiega Oleksandr -. Dal 21 al 23 febbraio l’atmosfera si è fatta inquietante. Il presidente della RF stava accumulando forze militari intorno ai confini ucraini e facendo discorsi spaventosi. È diventato ovvio che qualcosa di veramente grave sarebbe accaduto. Ci siamo svegliati verso le quattro del mattino, il 24 febbraio, con la notizia più terribile possibile: il presidente della RF ha proclamato l’inizio della guerra e numerosi missili da crociera e balistici sono atterrati sul nostro suolo. Fortunatamente, Leopoli era ben preparata e i sistemi antiaerei hanno abbattuto tutti questi razzi; in altre città non sono state così fortunate, e le prime vite civili sono state perse. Il 24 febbraio, il primo giorno di guerra, è stato completamente estenuante. Le sirene delle incursioni non cessavano, mentre correvo in giro cercando di comprare cibo, medicine e acqua per mia mamma e mio papà, alla ricerca di un bancomat funzionante per prendere dei contanti e preparare gli zaini in caso di evacuazione».
«Sono poi iniziate a circolare voci su un possibile assalto missilistico all’aeroporto di Leopoli. Io vivo letteralmente a un miglio di distanza da questo aeroporto, quindi mi aspettavo il peggio – prosegue il ricercatore dell’Università dell’Insubria -. È stata una giornata infinita. Per nostra fortuna, né il 24 febbraio né successivamente il nostro aeroporto è stato bombardato. Sono stati giorni di paura e incertezza. Dopo otto giorni di guerra, Leopoli sembra al sicuro, ma chissà se lo sarà ancora a lungo. Centinaia di profughi vengono ogni giorno nella nostra città e dobbiamo aiutarli. Queste persone hanno perso tutto, casa, lavoro e cose. Lviv (Leopoli) è solo un’altra tappa per loro sulla strada per la Polonia. Io temo che anche per noi finirà così. Nel frattempo sono stato reclutato e potrei essere arruolato nell’esercito da un giorno all’altro. L’esercito che combatte con le unghie e con i denti con le forze di russe, migliaia di truppe che intervengono in Ucraina settentrionale, orientale e meridionale. Le più grandi città ucraine come Kiev, Kharkiv, Chernigiv stanno subendo attacchi pesantissimi con artiglieria pesante e missili. Le forze RF usano armi spaventose. Migliaia di vittime sono già cadute e nessuno sa quando si fermerà».
«Cosa succederà? Non lo so, sono pessimista. È chiaro che il presidente di RF è pazzo, vuole distruggere completamente l’Ucraina. Ovviamente, un’Ucraina pro-europea, democratica e libera non può esistere per lui. Questo significa il saccheggio del nostro paese. Io non so come finirò, sul campo di battaglia o come rifugiato. Temo la completa distruzione dell’Ucraina: possiamo combattere coraggiosamente, ma saremo sempre in inferiorità numerica rispetto a RF, il paese più grande del mondo. La NATO e l’UE non ci daranno un vero aiuto: hanno paura della terza guerra mondiale. Il paradosso è che la Terza Guerra Mondiale inizierà comunque: il presidente della RF non si fermerà all’Ucraina, continuerà in Polonia e negli Stati baltici. Inoltre, ha già chiarito che utilizzerà il nucleare ad un certo punto. In effetti, l’incidente nucleare può essere raggiunto anche senza armi, visto che la più grande centrale nucleare europea a Zaporizhzhya, nel sud dell’Ucraina, è già stata bombardata. In caso di esplosione avrebbe un impatto come 6 Chernobyl, rendendo la metà dell’Europa non più abitabile. Siamo tutti in bilico, io, la mia famiglia, il mio Paese».
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