Processo Calemme, parlano in aula gli ex gestori del Lido Schiranna di Varese
In aula attesa l'escussione di tutti i testi fermata però dall'allarme bomba. Sotto la lente lavori e forniture. Udienza aggiornata a fine giugno

Sta per entrare nel vivo il processo che vede imputato Ciro Calemme, ex amministratore unico di Aspem Reti accusato di “abuso d’ufficio”, “turbata libertà di scelta del contraente” e “truffa” per alcuni lavori di manutenzione del Lido della Schiranna avvenuti a Varese oramai diversi anni fa che secondo l’accusa sarebbero stati in carico all’allora gestore e non alla municipalizzata.
Lavori di manutenzione per i quali la legge prevede una gara d’appalto ma che secondo l’accusa vennero “spacchettati” in più lotti ed eseguiti sempre alla stessa ditta.
Per questo a processo oltre all’ex manager pubblico ci sono anche il titolare della ditta che eseguì le opere per l’ipotesi di truffa e il direttore dei lavori a cui viene invece contestato il reato di falsa attestazione.
Nell’udienza di oggi, giovedì 31 marzo è stato sentito in aula Alfonso Vanetti, gestore di una discoteca della città e di un ristorante, proprio all’interno del Lido Schiranna, «nel 2014 firmai un contratto di gestione dino al 31 dicembre 2016 con Olimpia, gestore del centro sportivo, ma non ho mai avuto contatti con Aspem Reti ne con Ciro Calemme».
Altro teste, Claudio Castiglioni, gestore del complesso Schiranna ai tempi dei fatti contestati: «Abbiamo partecipato a un bando pubblico per la gestione delle piscina e i nostri unici costi erano la gestione del personale, mentre tutti i lavori di ristrutturazione vennero fatti da Aspem Reti. Noi ci siamo occupati della manutenzione ordinaria della struttura. È capitato che Aspem reti facesse acquisti di prodotti per la gestione delle piscine come il cloro, prodotti che poi ci venivano rifatturati: attraverso l’acquisto diretto di Aspem, che aveva il vantaggio di comprare grossi quantitativi di forniture anche per le altre attività che svolgeva in città, era possibile strappare ai venditori un prezzo minore e più vantaggioso».
Ma a chi spettava fare i lavori di adeguamento della struttura? «Tutte le opere di adeguamento della struttura, e di messa a norma venivano effettuate da Aspem reti», ha specificato Castiglioni: «Abbiamo ricevuto una struttura non perfettamente in ordine, è stata sistemata da Aspem reti e successivamente, dopo tre anni, l’abbiamo riconsegnata come ci è stata data in concessione: i lavori di imbiancatura per esempio erano a carico di Aspem».
Il tribunale che avrebbe dovuto escutere un ulteriore teste, piuttosto importante per risalire alla natura specifica dei lavori effettuati sull’immobile nel periodo analizzato, ma il presidente Andrea Crema, causa forza maggiore, ha rinviato l’esame del teste per via dello stop alle udienze di giovedì mattina per l’allarme bomba al tribunale. Prossima udienza dunque per il prossimo 30 giugno.
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