Il professor Paolo Grossi nominato componente del Consiglio superiore di Sanità

Il primario di malattie infettive dell'ospedale di Varese e docente dell'Università dell'Insubria era già consulente speciale del Ministero durante l'emergenza pandemica

Paolo grossi

C’è anche il professor Paolo Grossi nel nuovo Consiglio superiore di sanità. Questa mattina, il Ministro Roberto Speranza ha firmato il decreto che nomina i componenti non di diritto dell’organo di consulenza tecnico scientifica, che esprime pareri su richiesta dello stesso ministro e nei casi espressamente stabiliti dalla legge.

Il direttore della struttura complessa di Malattie infettive e tropicali dell’ospedale di Varese e docente dell’Università dell’Insubria è tra i volti nuovi che vanno a completare il consesso formato da 30 specialisti ed esperti. Oltre al professor Grossi, che era già consulente del Comitato tecnico dell’Istituto superiore di sanità, i nuovi nominati ci sono Enrico Gherlone, rettore dell’Università Vitae Salute San Raffaele di Milano, lo pneumologo Luca Richeldi (Policlinico Gemelli), Andrea Piccioli, direttore generale dell’Iss, Renato Bernardini, Giovannella Baggio, Maria Rosaria Capobianchi, Filippo Crea, Maria Del Zompo, Cristina Mecucci, Anna Odone, Eleonora Porcu e Giulia Veronesi.

Per lo specialista e docente universitario la nomina non è stata proprio una novità: « Nei mesi dell’emergenza sanitaria ho collaborato attivamente in un gruppo ristretto creato ad hoc dal Ministero – spiega il professor Grossi – quando mi è stato chiesto di ampliare la mia disponibilità e gli abiti di consulenza, ho accettato».

Di cosa si occuperà?
Lunedì 7 marzo il Consiglio si insedierà e nominerà il presidente e il vicepresidente. Poi i consiglieri verranno assegnati ai diversi ambiti di approfondimento. Capirò, quindi, quale sarà il mio campo di azione. Immagino che saranno temi affini al mio impegno e ambito di attività

Parliamo di malattie infettive ma anche di abuso di antibiotici, altro suo importante campo di studio?
Dal settembre scorso, sono all’interno di un gruppo ristretto nominato da AIFA che sta lavorando sull’ottimizzazione delle terapie antibiotiotiche individuandone le linee guida. L’uso degli antibiotici, però, non è un tema del Consiglio superiore di sanità che risponde a quesiti del Ministero. La mia nomina, invece, oltre al mio impegno nella gestione della pandemia, è legato all’attività nel settore dei trapianti con pazienti affetti da Aids.

Questi due anni di pandemia cosa ci lasciano?
Sicuramente oggi siamo più pronti di due anni fa. Innanzitutto abbiamo riscritto il piano pandemico che non veniva aggiornato dal 2006. Ricordiamo, però, che è successa una cosa impensabile. Siamo stati colti alla sprovvista e non avevamo alcuna informazione. Abbiamo dovuto lavorare sulle informazioni che ci arrivavano dalla Cina. Ma si sono rivelate tutte inattendibili. Quello che abbiamo fatto ci ha permesso, comunque, di migliorare la nostra capacità di reazione e credo che domani saremo più rapidi a gestire future emergenze. Perché altre emergenze  arriveranno.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Marzo 2022
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