Ucraina, a Rescaldina arrivano i primi profughi nella villa sequestrata alla ‘ndrangheta

I profughi dall'Ucraina, cinque tra donne e bambini, sono arrivati in paese mercoledì 30 marzo da Bresso accompagnati direttamente dal sindaco

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Rescaldina dà il benvenuto a cinque profughi in fuga dall’Ucraina, un nucleo familiare composto da donne e bambini che è arrivato in paese mercoledì 30 marzo da Bresso accompagnato direttamente dal sindaco Gilles Ielo. La famiglia alloggerà nella villetta di via Barbara Melzi sequestrata anni fa alla ‘ndrangheta, che Piazza Chiesa nei giorni scorsi ha deciso di mettere a disposizione fino a fine anno, o comunque fino alla fine dell’emergenza, come centro di accoglienza straordinaria per chi scappa dalla guerra, affidandone la gestione alla Fondazione Somaschi, che in paese si occupa già del progetto sviluppato nell’ambito Sistema di Accoglienza e Integrazione, in collaborazione con la cooperativa Il Portico.

Ucraina, Rescaldina accoglie i profughi nella villetta sequestrata alla ‘ndrangheta

La villetta era stata confiscata a Emilio Di Giovine, boss del clan di ‘ndrangheta Di Giovine-Serraino oggi pentito, che era considerato uno degli uomini più potenti dell’organizzazione calabrese, capace di internazionalizzare e differenziare i canali di riciclaggio del danaro sporco e di muovere tonnellate di hashish ed eroina e protagonista nel 1991 di una spettacolare evasione dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano. La villa, probabilmente provento di usura nei confronti di un imprenditore della zona, era stata poi assegnata al Comune dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e nel 2016 Rescaldina aveva deciso di farne il perno di un progetto di residenzialità leggera e housing psichiatrico in collaborazione con il CPS di Legnano.

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L’immobile, però, «ad oggi non è utilizzato per le progettualità di destinazione per carenza di utenza da inserirvi e atta al tipo di percorso previsto», così su richiesta della Prefettura nelle scorse settimane l’amministrazione comunale si è confrontata con la cooperativa Il Portico, ovvero l’attuale gestore, che si è reso disponibile ad aprire le porte della villetta ai profughi in fuga dall’Ucraina offrendo cinque posti letto pronti all’uso dal momento che l’edificio è dotato di impianti funzionanti, arredi ed elettrodomestici oltre che di spazi esterni, un plus per l’accoglienza di famiglie con bambini. Il comune, inoltre, sta lavorando in rete con la parrocchia per poter mettere a disposizione una ventina di posti per l’accoglienza anche all’oratorio femminile, anche se per il momento si tratta di un percorso ancora in fase di costruzione.

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leda.mocchetti@legnanonews.com
Pubblicato il 30 Marzo 2022
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