Accordo frontalieri, da Varese la spinta per un ruolo di primo piano dei territori
Dal Consiglio comunale di Varese arriva un segnale chiaro per spingere verso la definizione di un accordo fiscale sui frontalieri incentrato sui territori di confine
Dal Consiglio comunale di Varese arriva un segnale chiaro per spingere verso la definizione di un accordo fiscale sui frontalieri incentrato sui territori di confine. Lo spiega la consigliera Francesca Strazzi, che ha presentato un ordine del giorno su questo tema approvato durante lo scorso Consiglio: «E’ un cambio di passo significativo, perché sottolinea la spinta da parte delle amministrazioni locali verso un ruolo di primo piano per quanto riguarda la programmazione e realizzazione di opere di interesse pubblico che rispondano effettivamente alle esigenze della collettività. Penso ad esempio a plessi scolastici della fascia 0-14 anni, impianti sportivi, strade comunali, luoghi della socialità».
L’ordine giorno, approvato con larga maggioranza, rafforza il ruolo del territorio affinché venga adottata una linea di indirizzo che corrisponde anche alle esigenze e riflessioni condivise da altri 25 sindaci della provincia varesina, che si sono incontrati di recente facendo propria la necessità di allargare la platea degli enti locali che possono accedere ai ristorni, abbassando la soglia al 3%, e sollecitando inoltre una serie migliorie per le prossime fasi di definizione dell’accordo che nei prossimi mesi sarà definito in Parlamento.
«Il Comune di Varese, nel 2020 registrava oltre 2670 lavoratori frontalieri: un numero che in questi anni è cresciuto e al quale corrisponde una somma pari a 3,5 milioni di euro in ristorni. Importo che anche alla luce del dibattito in Consiglio comunale e degli emendamenti proposti, permetterà all’amministrazione di disporre di più risorse da investire in opere connesse ai bisogni e necessità del territorio. Diventa fondamentale aprire il dialogo tra diversi soggetti per sviluppare dinamiche economico-sociali che rafforzino il posizionamento delle città di frontiera, mettendo le basi per relazioni future».
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