Alcolici di contrabbando e cibo avariato: sequestri in due negozi di Como e Bergamo
I punti vendita facevano capo a un'unica persona che è stata denunciata per diversi reati. Sequestrate 4.500 bottiglie e mezza tonnellata di alimenti. Dietro al bancone una lavoratrice clandestina
4.500 bottiglie di alcolici e superalcolici di contrabbando, mascherine e altri oggetti contraffatti, mezza tonnellata di cibo malconservato o avariato. È un sequestro di merci rilevante quello eseguito dalla Guardia di Finanza di Como tra il capoluogo lariano e la città di Bergamo dove avevano sede due negozi, riconducibili a una sola persona, che sono stati oggetto di indagine.
L’uomo, un cittadino di origini peruviane, è stato denunciato penalmente e dovrò rispondere di una serie di reati piuttosto corposa: dalla sottrazione al pagamento e all’accertamento delle accise sulle bevande alcoliche alla contraffazione, dalla ricettazione all’impiego di lavoro nero fino al cattivo stato di conservazione di generi alimentari.
Gli uomini della Guardia di Finanza, in particolare, hanno intercettato la commercializzazione illegale di circa 4.500 bottiglie tra alcolici e superalcolici considerate di contrabbando: una parte (oltre 1.500) era stata “sottratta” al pagamento delle accise, il resto (circa 3.000 bottiglie) erano in vendita in totale evasione di imposta. Si tratta di prodotti (whisky, tequila, rum, vodka e birra) prodotti all’estero nei paesi latinoamericani (Brasile, Argentina, Cuba, Messico e Colombia) e introdotti in Italia tramite canali non autorizzati con conseguenti mancanze a livello fiscale.
Durante l’operazione ai danni dei due negozi di Como e Bergamo inoltre, sono stati sequestrati oggetti contraffatti raffiguranti personaggi della Disney e della Marvel riprodotti in modo illecito. Nei magazzini inoltre erano stoccate derrate alimentari in cattivo stato di conservazione tra cui pollame, pesce, spezie e farine. Ben mezza tonnellata di cibo è quindi stata sottoposta a sequestro amministrativo finalizzato all’immediata distruzione.
Infine, in uno dei due punti vendita, lavorava in nero una donna considerata clandestina sul territorio italiano: anche in questo ambito quindi le Fiamme Gialle hanno rilevato una serie di violazioni che hanno “completato” l’elenco dei reati di cui dovrà rispondere il cittadino peruviano a capo della struttura.
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