La chiesetta di San Quirico è salva, persi 50 ettari di bosco
Dopo ore di interventi l’incendio è sotto controllo. La chiesetta in cima alla collina di Angera salva per miracolo. “Mai visto un incendio così”
«Mai visto un incendio così», sono le nove del mattino quando il funzionario dei vigili del fuoco pronuncia queste parole descrivendo il rogo boschivo a San Quirico di Angera come uno dei più importanti verificatosi negli ultimi anni sul Lago Maggiore. Due ore e mezza dopo ore di preoccupazione e apprensione e dopo l’immane sforzo di uomini e mezzi, alle 11.4o i vigili del fuoco comunicano che non ci sono più fiamme attive sopra Angera e Ranco.
In attesa di calcolare le stime effettivi dei danni – il fuoco avrebbe coinvolto circa tre quarti della collina, 50 ettari secondo la valutazione dei vigili del fuoco – è arrivata un’importante notizia: la chiesetta di San Quirico è salva (foto Pro Loco Ranco).
«Le fiamme si sono fermate ai piedi del piazzale, che fortunatamente è sempre molto pulito. Tutto quello che circonda l’edificio invece è completamente bruciato» spiegava già al mattino il funzionario ai piedi della collina.
L’incendio sul Lago Maggiore e i “bombardamenti” dei Canadair
Per tutta la mattina è stato incessante il lavoro dei tre Canadair della flotta aerea nazionale e due elicotteri del servizio antincendio regionale insieme a venticinque vigili del fuoco con dieci automezzi e trentacinque volontari AIB (Antincendio Boschivo) con quindici veicoli.
Nel pomeriggio è proseguito il lavoro bonifica deve essere molto accurata: molte piante sul colle sono conifere, alberi ricchi di resina che diventa uno straordinario combustibile, capace di ravvivare le fiamme se vengono a contatto anche con il fuoco che cova sotto la cenere del sottobosco.
Per tutto il pomeriggio due Canadair hanno continuato a fare la spola tra il monte di San Quirico e il lago: un lancio e un rifornimento, un lancio e un rifornimento, uno in fila all’altro, con i due velivoli che si alternavano praticamente a ciclo continuo.
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Le origini del rogo e l’affetto degli abitanti per il colle
Sullle cause del rogo indagano i Carabinieri forestali di Varese e della stazione di Vergiate.
Secondo le prime ricostruzioni, ancora da accertare, l’incendio sarebbe partito verso le 18 di ieri da una grigliata trasformando in una sorta di vulcano di fuoco uno dei luoghi più amati dagli angeresi (e non solo) che proprio durante le vacanze di Pasqua si recano sulla collina di fronte alla Rocca Borromea per trascorrere giornate di vacanza dove respirare a pieni polmoni gli odori della campagna, del glicine, degli orti e dei pini che arricchiscono di verde i versanti della collina.
Odori che in questi due giorni sono stati tuttavia spazzati via dalle nubi di fumo, visibili anche dall’altra sponda del lago. Non sono infatti mancate centinaia di foto provenienti dalle rive piemontesi a testimonianza del grande dolore delle ultime ore, a partire dalla forte preoccupazione vissute dalle sette abitazioni evacuate dalla Protezione Civile e dai vigili nella serata di ieri.
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