Gigi Farioli lancia da Busto Arsizio L’Italia c’è: “Non abbiamo leader ma ci guida l’agenda Draghi”
Il nuovo movimento politico mira ad espandersi nel Varesotto e nell'Alto Milanese con l'ex-sindaco bustocco a fare da promotore: "Tutti i partiti sono pronti a superare il governo Draghi. Noi ne raccoglieremo l'eredità"
Nasce nel Varesotto e nell’Alto Milanese L’Italia c’è, un movimento politico nato dal basso, senza leader ma con un faro che illumina la via, l’agenda Draghi, e un obiettivo preciso: “fare in modo che non si disperda “il patrimonio politico” costruito dall’attuale premier”.
È così che si è presentata a Busto Arsizio la nuova formazione politica democratica e liberale che avrà in Gigi Farioli, ex-sindaco di Busto Arsizio e oggi consigliere comunale capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà, il suo rappresentante con l’impegno di far conoscere questo nuovo soggetto politico: «Prima la pandemia, poi la guerra e la conseguente crisi economica sono stati e sono ancora i grandi ostacoli che molti italiani stanno affrontando con serietà, competenza e resilienza. Ci rivolgiamo a queste persone con l’obiettivo di diffondere speranza, fiducia, ottimismo attraverso la competenza, la conoscenza e una chiara collocazione internazionale ancorata all’occidente. L’Italia c’è nasce per superare le logiche di una politica del passato, questo falso bipolarismo, l’incoerenza tra proposta politica elettorale e proposta di governo di cui il massimo esempio è stato il governo giallo-verde. Ormai il maggioritario non risponde più alla realtà e quindi si deve avere il coraggio di tornare al proporzionale».
Farioli racconta come si è avvicinato a questa proposta: «Ho partecipato sin dai giorni successivi alle elezioni amministrative a riunioni che si sono svolte prevalentemente on line alle quali partecipavano esponenti di molte città italiane. Di L’Italia c’è fanno parte amministratori locali prevalentemente di movimenti civici, ex-socialisti e altri esponenti di partiti centristi, liberali e riformisti. Tra questi, non è un mistero, c’è anche Gianfranco Librandi che ne ha spesso parlato nelle scorse settimane». In provincia di Varese ha già aderito l’ex-sindaco di Saronno Pierluigi Gilli e lo stesso Farioli ha annunciato che il suo gruppo in consiglio prenderà la nuova denominazione a breve.
Ma cosa propone e a chi guarda Italia c’è? Farioli fa, innanzitutto, una specifica: «A differenza delle tante sigle che stanno nascendo in quest’ultimo periodo (buona ultima Italia al Centro che riunisce tre ex-forzisti come Toti, Quagliarello e Paolo Castelli) non siamo un’alchimia nata in parlamento ma un vero movimento nato dal basso e che non ha leader carismatici come Azione con Calenda e Italia Viva con Renzi. Guardiamo alla liberal-democrazia, all’agenda Draghi, all’Europa e al riformismo. Abbiamo molto in comune con tutte queste formazioni, molte delle quali mi hanno sostenuto alle ultime elezioni comunali, ma ci poniamo come soggetto aggregatore o federatore in vista delle prossime elezioni politiche del 2023».
Un occhio di riguardo è dedicato ai giovani e al green: «Lo slogan che abbiamo scelto, infatti, è Libera e Verde dove verde sta sia per ambiente che per giovani. Per quanto riguarda la transizione ecologica vogliamo specificare che non siamo il movimento dei no, crediamo in un nucleare pulito e crediamo che crescita economica e miglioramento ambientale possano stare insieme. Per quanto riguarda i giovani vogliamo porre l’accento sul fatto che fino ad oggi si è ragionato mettendo un’ipoteca sul futuro delle nuove generazioni. È ora di invertire la rotta da questo punto di vista».
Dal manifesto appello riprendiamo uno stralcio che pone alcune delle tematiche che stanno a cuore a questo nuovo movimento:
Facciamo dell’Italia il Paese della solidarietà, dell’inclusione e della sostenibilità migliorando la qualità della vita in tutti i suoi aspetti fondamentali – salute, ambiente, istruzione, sicurezza, socialità e cultura – per un benessere diffuso, dai centri alle aree periferiche, da Nord a Sud.
Trasformiamo il lavoro e rendiamolo davvero smart, creativo e più produttivo. Grazie alla tecnologia è possibile riorganizzare il lavoro riducendone orari e vincoli. È anche il momento di realizzare forme di condivisione degli utili tra imprese e lavoratori, di ridurre le tasse e di risolvere il gap di retribuzione tra uomini e donne.
Noi ci siamo. Siamo persone di tutti i settori dell’impegno civico, sociale e politico. Del mondo del lavoro, delle imprese, della scuola, della ricerca, della cultura. Ci unisce la necessità di superare la rassegnazione, l’urgenza di riscatto di un Paese che merita di più, che sappia modernizzarsi con riforme coraggiose, profonde. L’Italia c’è, ed è migliore di quanto sembri. L’Italia c’è, e ha bisogno di essere più libera e verde, più forte e accogliente, più dinamica ed europea. È per questo che abbiamo scelto “L’Italia c’è”, semplice, immediato, vicino.
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