La Rete Varese Senza Frontiere si mobilita per la pace e per dire no ad armi e guerre
La rete che riunisce associazioni e gruppi di tutta la provincia, organizza tre iniziative per dire no alle armi e a tutte le guerre: appuntamenti il 16, 24 e 30 aprile a Varese e Solbiate Olona
Nei giorni in cui la guerra dilania l’Ucraina, la rete Varese Senza Frontiere, a cui partecipano associazioni e gruppi di tutta la provincia, organizza tre importanti iniziative per dire no alle armi e a tutte le guerre.
Il primo appuntamento è per sabato 16 aprile alle 15 in piazza Monte Grappa a Varese, dove si svolgerà un presidio contro la guerra e la militarizzazione dei territori.
Un altro presidio, questa volta davanti alla base Nato di Solbiate Olona, è in programma domenica 24 aprile alle 15.
Infine sabato 30 aprile si sta organizzando a Varese un corteo per la pace che partirà alle 14,30, con ritrovo per i partecipanti al piazzale delle Ferrovie dello Stato.
«Tante persone in provincia di Varese come in tutta Italia si impegnano per portare avanti campagne antimilitariste cercando di intrecciare percorsi anche molto diversi tra loro ma che hanno in comune un fermo no alle guerre in tutto il mondo e a tutti gli strumenti che le rendono possibili – spiegano gli organizzatori – I nostri territori sono armati e lo sono già stati dall’inizio del secolo scorso. Le zone in cui viviamo sono disseminate di aziende, fabbriche e basi militari: Leonardo elicotteri e velivoli ex Agusta Westland a Samarate Vergiate e Sesto Calende; l’ex Alenia AerMacchi a Venegono Superiore eInferiore; l’ex Alenia di Cameri; la base Nato di Solbiate Olona, senza dimenticare l’utilizzo dell’aeroporto di Malpensa per spedizioni militari italiane e statunitensi, solo per citare le più importanti. Ma ce ne sono molte altre che si occupano di ricerca e sviluppo, di piattaforme di controllo in remoto, di produzione di armi e munizioni. L’azienda italiana Leonardo ex Finmeccanica è al 13º posto tra le principali holding la produzione bellica del mondo, con 103 siti su tutti i continenti, e l’Italia è al 10º posto tra i principali paesi mercanti di morte e distruzione a livello mondiale».
Non c’è solo la guerra in Ucraina, ricordano i promotori di Varese Senza Frontiere, ma la vicinanza di questo conflitto dovrebbe portaree tante persone a riflettere su questi temi: «Ci sono guerre ovunque e tutti i giorni anche se finora non avevano bussato così prepotentemente alla nostra porta e non sappiamo se anche noi dovremo scappare dalle bombe. Giovedì 24 febbraio è iniziato una nuova guerra in Europa, ci chiedono di schierarci ma noi vogliamo essere sempre solo dalla parte di chi le guerre le subisce. Le guerre sono sempre volute dei potenti e da chi ha interessi da difendere ma i morti sono sempre i nostri. Chi subisce le conseguenze delle scelte di Stati sempre più avidi di potere siamo noi: chi muore sotto le bombe e chi, altrove, vedrà il prezzo dei beni di prima necessità, delle bollette o della benzina schizzare alle stelle».
E’ il momento di dire no, dicono gli organizzatori delle tre manifestazioni: «Dopo due anni di stato di emergenza con le relative restrizioni il governo italiano decide oggi, in un momento di grave crisi economica, di inviare armi all’Ucraina e 3400 nostri militari nei paesi della Nato più vicini al confine russo, di fatto iniziando una guerra che ci porterà alla rovina. Inoltre portando le spese militari al 2% del Pil si passa da una spesa di 68 milioni di euro al giorno più di 104, soldi sottratti a scuola, sanità, pensioni e servizi sociali. Pensiamo che di fronte ad uno stato di guerra sia esterna che interna sia necessario che tutte e tutti coloro che hanno a cuore la pace la libertà si attivino in prima persona lottando contro le guerre, a partire dai nostri territori.
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