Secondo medici e infermieri la pandemia ha aumentato la corruzione in sanità
Lo dice un'indagine sulla corruzione percepita dagli operatori sanitari di Transparency International e React che ha coinvolto anche Asst dei Sette Laghi
Bene specificarlo da subito: non si tratta di arresti, né tantomeno di condanne. Qui si parla di percezione della corruzione. Di quanto, cioè, gli operatori della sanità vedano il proprio settore come corrotto e di quanto l’emergenza sanitaria conclusasi lo scorso 31 marzo abbia impattato su questa percezione. Un tema affrontato da Transparency International Italia e da React in un report dal titolo “Il valore pubblico dell’integrità”. E che riguarda da vicino il nostro territorio, visto che una delle aziende sanitarie coinvolte nella rilevazione è l’Asst dei Sette Laghi.
L’azienda che gestisce, tra gli altri, l’ospedale di Circolo di Varese, fa infatti parte del Forum per l’integrità in sanità, un’iniziativa lanciata da Transparency che coinvolge nove aziende sanitarie o ospedaliere italiane. Un progetto che vuole combattere la corruzione all’interno del mondo della salute.
Uno degli strumenti è appunto questo report, frutto di un questionario che ha coinvolto quasi 4mila operatori sanitari cui sono state rivolte una serie di domande sul tema della corruzione. La prima delle quali riguarda la loro percezione del livello di corruzione all’interno del sistema sanitario, a livello nazionale, regionale e dell’ente per cui lavorano.
Come si può notare dal grafico, a livello nazionale la percentuale di chi ha risposto come la corruzione sia un fenomeno molto o abbastanza diffuso è molto alta. Volendo fornire un numero, si avvicina al 94%. A mano a mano però che si scende a livello locale, questa percentuale diminuisce. Il che suggerisce che gli operatori sanitari percepiscano la corruzione come un fenomeno che riguarda gli altri. O, come indica l’aumento della barra di colore nero, che quando si tratta di parlare della propria azienda si preferisca non rispondere.
L’emergenza Covid-19
Il report pubblicato da Transparency si concentra poi su quali siano stati gli effetti del contesto emergenziale che la sanità ha vissuto negli ultimi due anni sulla corruzione nelle corsie degli ospedali. Anche in questo caso, gli intervistati parlano di un incremento del fenomeno, che tendono però a segnalare più a livello nazionale che quando si tratta di offrire una valutazione su quanto succede sul proprio posto di lavoro.
Bene, ma cosa significa che la corruzione nel mondo della sanità è aumentata durante la pandemia? In concreto, come agisce un operatore sanitario corrotto? Anche questa è una domanda che Transparency ha rivolto alle 4mila persone intervistate per realizzare questo report.
«Ci preme evidenziare che la pubblica amministrazione non sembra cogliere appieno l’evoluzione del fenomeno criminale in fase emergenziale», afferma Lorenzo Segato, Direttore scientifico di React. E se «la sottrazione di dispositivi di protezione o l’abuso di potere per far ottenere un tampone o un vaccino appartengono a una fase critica probabilmente alle spalle», ora è necessario «porre attenzione ai rischi più attuali, che riguardano il traffico illecito di dati sanitari, soprattutto in forma elettronica, ed i grandi investimenti del Pnrr programmati in sanità per i prossimi anni».
Le possibili soluzioni
Come hanno sottolineato in una nota Transparency e React, il 75% degli intervistati è consapevole dei codici di comportamento interno, il 52% dei contenuti del piano triennale di prevenzione della corruzione. E uno su due conosce i canali interni per segnalare episodi di corruzione. Gli stessi operatori indicano poi la formazione (27%), l’analisi dei rischi (22%) e la rotazione del personale (21%) come gli strumenti da rafforzare per il contrasto agli illeciti in sanità.
«In considerazione degli investimenti del Pnrr, di oltre 15 miliardi per il settore sanità», conclude Iole Anna Savini, presidente di Transparency International Italia, «gli enti del sistema sanitario devono organizzarsi per gestire in maniera efficace queste risorse e ridurre al minimo il rischio di illeciti. È quindi necessario rafforzare le misure di prevenzione e far sì che tutti i dipendenti siano consapevoli dell’importante ruolo che svolgono nell’attuazione di tali presidi».
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