Processo a giugno per i vandalismi alla via crucis di San Pietro a Gemonio

I fatti risalgono alla notte di Halloween del 2017. Indagini lampo dei carabinieri, che riuscirono a dare un volto ai sospettati. Il Comune si è costituito parte civile

Vandali chissà San Pietro Gemonio

La bravata di rovinare la Via sacra, pertinenza di un bene come San Pietro a Gemonio, dichiarato monumento nazionale, per poi vantarsene sui social nei messaggini whatsapp stile: “Guardate quanto siamo stati fichi!”. E giù foto a descrivere lo scempio.

Era quanto avvenuto nell’autunno 2017. Ma i carabinieri di Cuvio riuscirono minuziosamente a ricostruire i passaggi di auto dai varchi “lettura targhe”, i frammenti di volto ripresi dalle videocamere, per incrociare dati e utenze e arrivare a chiudere il cerchio attorno ai sospettati: due ragazzini di 14 e 15 anni all’epoca dei fatti, e due amici di qualche anno più grandi (tutti residenti in zona, dalle parti di Besozzo), che ora sono chiamati a rispondere di quanto sono sospettati dinanzi al giudice di Varese.

L’udienza si sarebbe dovuta tenere mercoledì ma un impedimento di un giudice per motivi di salute ha fatto slittare tutto di qualche settimana: il prossimo 10 giugno si terrà il processo per quegli imbrattamenti che lasciarono sotto shock l’intera comunità del paesino valcuviano che adora la sua chiesa: ogni gemoniese ha in casa la vecchia cartolina, la foto ingiallita dei nonni sposi, o delle comunioni lungo il viale che dalla provinciale porta nella antichissima chiesa.

San Pietro Gemonio

Per questo vi fu grande impegno da parte di carabinieri e polizia locale e le indagini diedero subito i loro frutti dopo il brutto risveglio il primo di novembre di cinque anni fa, dopo la notte di Halloween: passate poche ore, non prima di consentire alla Rilievi di cristallizzare lo stato dei luoghi (e gli elementi di reato) che subito i volontari e gli amici della parrocchia ripulirono il tutto.

Stamani in tribunale era presente anche il primo cittadino di Gemonio, Samuel Lucchini: il Comune si è costituito parte civile nel processo.

di
Pubblicato il 27 Aprile 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. carlo_colombo
    Scritto da carlo_colombo

    Bella la notizia che i responsabili sono stati individuati, brutto l’epilogo riguardo il processo dopo quasi 5 anni. Qui, come riconosciuti, si sarebbe dovuto procedere appunto nel 2017 con una sola rapida udienza visto che non c’erano dubbi sull’identità senza far perdere tempo e denaro agli interessati.

    1. Andrea Camurani
      Scritto da Andrea Camurani

      Salve Colombo, le leggi non consentono di procedere come lei richiede. Difatti fuori dal giudizio per direttissima, se mancano le richieste per riti alternativi, le tempistiche consentite dalle norme prevedono tempi non immediati. Grazie del commento, a presto.
      Ac

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.