Sul futuro degli 11 docenti della Scuola Europea di Varese è scontro: Bruxelles decisa a “sacrificarli”
Non ha sortito alcun effetto l'incontro tra i vertici dell'istituzione formativa europea e FNC Cgil. La decisione di licenziarli legata alla necessità di bilanciare il rapporto tra professori distaccati e locali. Il sindacato promette battaglia anche legale
“Sacrificarne 11” per far stare meglio tutti gli altri. È la situazione paradossale in cui si trova un gruppo di docenti storici della Scuola Europea di Varese che, dopo anni di lavoro, alcuni anche 20 e 25 anni, dal prossimo anno scolastico non si vedranno rinnovato contratto.
Il problema è stato sollevato alcuni mesi fa, quando gli insegnanti hanno saputo che le loro materie sarebbero state affidate a docenti provenienti dagli stati membri dell’UE.
Di fatto, il reclutamento nei singoli stati del personale docente è una regola stabilita proprio per permettere la presenza di docenti madrelingua che garantiscano le caratteristiche del sistema di insegnamento del paese di origine, in uno spirito europeista.
Ieri, i rappresentanti sindacali della FLC CGIL, nazionale regionale e locale, si sono incontrati on line con il direttore generale e il vicesegretario del sistema delle scuole europee oltre alla direzione della scuola di Varese.
La riunione non ha sortito alcun passo in avanti nella trattativa. « La cosa paradossale è che i vertici della scuola di Bruxelles ammettono che ci sia un problema a Varese e che questo sia frutto di una situazione anomala che si è perpetrata nel corso degli anni – spiega Luisa Teruzzi segretario provinciale della FNC Cgil – ma non hanno soluzioni. L’attuale situazione, che falsa il rapporto tra docenti distaccati e personale locale, è dovuta al fatto che, per anni, gli stati non hanno messo a bando questi posti. Ora però occorre bilanciare e gli 11 docenti dovranno essere licenziati. La scuola europea ha ammesso l’errore ma ha anche detto che non può farci nulla e che applica solo delle leggi».
Il problema è iniziato negli anni 20211-2012 quando la percentuale di insegnanti distaccati nel sistema scolastico europeo è calata dal 78% al 49%. Negli ultimi 5 anni, è stata avviata una politica per invertire il rapporto, indicando il quinquennio 2020-2025 come periodo di transizione. Così è avvenuto in diverse sedi delle scuole europee e anche Varese ha visto, dal 2018, invertire progressivamente la proporzione. Negli ultimi anni, l’aumento di professori distaccati è stato residuale, tra 0 e 2, e questo comporta la decisione di quest’anno, di intervenire coinvolgendo 11 docenti. Il licenziamento del personale eccedente permetterà di ristabilire il rapporto tra i paesi rappresentanti e, nel contempo, sarà ulteriore garanzia di stabilità per chi rimane.
Una posizione che il sindacato non accetta: « Il problema è stato creato dalla Scuola europea e non può scaricarlo sui lavoratori – dichiara la sindacalista della Cgil – Noi siamo disponibili a trattare. Trovare altre soluzioni. Ma davanti ai licenziamenti reagiremo, ci rivolgeremo al giudice del lavoro di Varese. Il contratto è stato firmato qui».
Nel frattempo, sindacato e i lavoratori continueranno a cercare strade di dialogo alternative, provando anche a far intervenire politici europei: «Organizzeremo una nuova assemblea in orario di lavoro. Sappiamo che è problematica ma dobbiamo aggiornate i lavoratori».
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