La profuga ucraina che ha parlato in Consiglio a Varese ora studia per poter fare il dottore in Italia

Tetiana, ospitata nella casa parrocchiale di Lozza, con i suoi figli e la mamma, sta lavorando ad un futuro possibile anche qui, con la prospettiva di mettere al servizio della comunità le sue competenze

Tetiana Zalizna

Tetiana Zalizna, medico di Kiev in fuga dalla guerra, è stata la la testimonianza più importante del consiglio straordinario organizzato a Varese per avere informazioni su come era affrontata l’emergenza in città.

Ha detto parole toccanti,  che hanno fatto comprendere come la guerra colpisca chiunque e non guardi in faccia nessuno, anche chi ha una vita piena nel proprio paese.

Ora Tetiana, ospitata nella casa parrocchiale di Lozza, con i suoi figli e la mamma, sta lavorando ad un futuro possibile anche qui, con la prospettiva di mettere al servizio della comunità le sue competenze.

A spiegarlo, un post pubblicato da Guido Bonoldi, medico, già presidente del Molina e prima ancora primario all’ospedale di Busto, che sotto la foto che vedete nell’articolo ha scritto:

“Tetiana Zalizna, fuggita da Kiev con i suoi due figli e la mamma a causa della guerra ed attualmente ospitata nella casa parrocchiale di Lozza, vicino a Varese, si sta preparando per esercitare la sua professione di medico specialista in ecografia in Italia. Auguriamo a Tetiana e alla sua collega Irina, anche lei medico specialista in ecografia, di riuscire ad inserirsi in tempi rapidi nel nostro sistema sanitario”.

«Per poter lavorare deve avere lo status di rifugiato, cosa che sta ancora attendendo, e ovviamente deve imparare l’italiano, cosa che sta ancora studiando – precisa Bonoldi – ma il decreto Ucraina, una volta ottenuto quello status, le permetterebbe di lavorare come medico fino al marzo del 2023 senza passare la trafila del riconoscimento burocratico del titolo».

Una situazione che, oltre a consentirle di poter utilizzare le sue competenze per sostenersi, permettebbe anche all’Italia di avere un medico in più per risolvere anche la nostra emergenza, quella sanitaria.

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Aprile 2022
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