Vestiti di nero e col passamontagna: così in tre rapinarono le Poste di Castronno
Processo al Collegio di Varese per la spaccata avvenuta quattro anni fa. Le impiegate: “Chiuse in bagno per scappare ai malviventi armati di piccone”
«Sono arrivata al lavoro alle 7,55, Alle 8 è arrivato il portavalori e poi ho portato i soldi dal direttore. È arrivata la collega che ha depositato la borsa: il tempo di entrare e ho visto arrivare tre persone a piedi di corsa vestite di nero e con passamontagna: ho urlato alla collega: “Ci stanno rapinando”, e mi sono chiusa in bagno. Poi ho dato l’allarme».
Trentuno marzo 2018, un sabato: l’ufficio postale di Castronno si è trasformato nel set di una rapina a mano armata quando tre persone fanno irruzione nella filiale con in piccone.
«Ho sentito urlare – ha spiegato la testimone martedì 12 aprile in aula dinanzi al Collegio presieduto da Cesare Tacconi -, chiedevano di aprire, e poi ho sentito delle botte enormi. La mia collega mi ha raggiunto strisciando e ha chiamato il 112. Poi è stato il nostro direttore a dirci che era tutto finito».
Oggi per quei fatti sono a processo tre persone. Uno dei tre imputati, un 58 calabrese venne arrestato a Cosenza due mesi dopo il colpo e assolto in primo grado a Varese, ma colpito da rinnovazione parziale dell’istruttoria dopo l’impugnazione della sentenza di Varese dalla Procura, come deciso dalla corte d’Appello di Milano nel giugno di un anno fa, che sta seguendo un iter processuale diverso. Imputati nel processo di oggi altre tre persone indagate successivamente dai militari della compagnia di Saronno e del Reparto Operativo di Varese.
Il bottino della rapina ammontava a 40 mila euro e subito dopo il commando ha fatto perdere le tracce. Nel corso dell’udienza è stata sentita anche una testimone che ha assistito ai fatti mente stava andando al lavoro, oltre ai militari operanti.
E proprio questi ultimi hanno ricostruito il reticolo investigativo alla base dell’operazione che ha portato alla denuncia dei tre soggetti oggi imputati, tre uomini di 42, 53 e 66 anni. Qui l’intersezione dei rilievi degli investigatori di Carnago (compagnia di Saronno) si sono intrecciate con quelle dei colleghi della compagnia di Paola (Cosenza) che indagando su alcuni colpi in terra calabra hanno analizzato le conversazioni “ambientali” di alcuni indagati. Questi elementi sono stati molto importanti per raccogliere prove, dai tabulati telefonici dei tre imputati ai loro spostamenti in auto, fino all’apprezzamento in aula delle testimonianze.
La prossima udienza è in programma il 3 maggio: sarà un passaggio tecnico per assegnare una perizia d’ufficio sulle intercettazioni effettuate.
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