Duplice omicidio di Samarate, Maja risponde al Gip:”Ero ossessionato da problemi economici”
Una “fobia per i debiti" avrebbe spinto l'uomo a compiere la strage famigliare lo scorso 4 maggio a Samarate

Alessandro Maja, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia a Samarate è stato ascoltato questa mattina venerdì dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio Piera Bossi che lo ha interrogato all’ospedale di Monza dove è tuttora ricoverato al reparto di psichiatria.
Maja è stato vago sul fatti specifici avvenuti nella villetta di via Torino a Samarate la notte del 4 maggio, ma avrebbe raccontato il movente: una sorta di fobia per la situazione economico debitoria attraversata dall’uomo in questo periodo. Lo conferma l’avvocato Stefano Bettinelli, legale dei suoceri di Maja che ha conferito con gli avvocati del sospettato dopo la conclusione dell’interrogatorio avvenuto in tarda mattinata.
Lo stesso avvocato, però, non può al momento dare contezza di questi presunti debiti: «I commercialisti che si occupavano degli affari di Alessandro Maja e della sua società si sono trincerati, almeno con noi, dietro al segreto professionale ma sappiamo che la Procura sta lavorando su questa parte e prima o poi questo aspetto verrà chiarito».
La famiglia di Stefania Pivetta è convinta che il genero abbia pianificato la strage famigliare e che non si sia trattato di un raptus o di follia: «Se follia c’è stata è stata lucida. Ce lo dice la modalità con cui ha compiuto gli omicidi, approfittando del fatto che tutti in quel momento stessero dormendo».
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