Bronchioliti e Covid: in dieci mesi la terapia intensiva pediatrica del Del Ponte ha effettuato 180 ricoveri
Inaugurato lo scorso luglio, il reparto, diretto dal dottor Ambrosoli, ha dovuto gestire emergenze importanti: prima il virus sinciziale e poi il SarsCo2. I sei letti sono essenziali anche per l'attività chirurgica sia pediatrica sia ginecologica
È stata subito intensa l’attività all’interno della terapia intensiva pediatrica. Inaugurato il 3 luglio del 2021, il reparto dell’ospedale Del Ponte di Varese, con i suoi sei letti a disposizione, è stato chiamato immediatamente a dare assistenza ai bambini in grave sofferenza. Prima il virus respiratorio sinciziale, che ha provocato una epidemia di bronchioliti mai registrata in precedenza, e poi i Covid che ha colpito molti bimbi piccoli e piccolissimi.
In generale, la terapia intensiva pediatrica serve per assistere piccoli pazienti colpiti da insufficienza respiratoria acuta dovuta, appunto, a bronchioliti, polmoniti o asma, piuttosto che da urgenze di tipo neurologico come crisi convulsive o epilettiche.
UN GRUPPO GIOVANE E MOTIVATO CHE E’ RIUSCITO A GESTIRE LE CRITICITA’
La richiesta di assistenza ha subito un’accelerazione nell’organizzazione e preparazione dell’offerta ospedaliera sin dall’autunno scorso: « Dopo l’inaugurazione tenutasi il 3 luglio 2021 – spiega Andrea Ambrosoli,Direttore del reparto di Anestesia e rianimazione Ospedale “Filippo Del Ponte” – l’apertura e il primo ricovero il primo ricovero sono avvenuti il 12 luglio 2021. Lo sforzo compiuto, sia dal punto di vista organizzativo che da quello strutturale, ha consentito di essere operativi nei tempi richiesti, che sono peraltro stati molti stretti a causa del sopraggiungere della ulteriore ondata della pandemia legata al Covid19. Il personale infermieristico e medico-anestesiologico, assegnato al nuovo reparto, ha di fatto compiuto una sorta di miracolo, dato che aprire un reparto intensivistico pediatrico è una sfida tra le più difficili. Le competenze e le conoscenze richieste sono molteplici e peculiari, ma, fortunatamente, il gruppo, giovane e motivato, ha trovato la forza per riuscire nell’impresa di acquisire una base di conoscenze clinico-operative tale da produrre protocolli di terapia in un periodo così difficile per la sanità in generale».
SEI LETTI A DISPOSIZIONE DEI BAMBINI MA ANCHE DELLE DONNE CURATE IN GINECOLOGIA
La Terapia intensiva pediatrica di Varese rappresenta un ulteriore tassello nella configurazione dell’Ospedale “Del Ponte” quale quinto “hub” pediatrico della Regione Lombardia. È composta da uno spazio separato per i pazienti che necessitano l’isolamento, 4 posti nella coorte centrale e una postazione isolata, dedicata normalmente alle pazienti ginecologiche od ostetriche.
I nuovi letti ad alta assistenza sono una importante garanzia anche per il reparto diretto dal professor Fabio Ghezzi, direttore della clinica ostetrica e ginecologica, dove è molto elevato il livello di complessità degli interventi di tipo oncologico. Prima, queste pazienti venivano trasportate nella vicina terapia intensiva dell’ospedale di Circolo, ma la possibilità di avere direttamente all’interno del Del Ponte letti ad alta intensità di cure completa la presa in carico.
A meno di un anno dalla sua apertura, per il dottor Ambrosoli ( foto sopra) e la sua equipe è tempo di fare bilanci : «Il percorso è stato lungo e complicato, data la difficoltà nel configurare un reparto così particolare e specialistico e data la sovrapposizione del periodo pandemico da Covid19, che ne ha forzatamente rallentato la apertura essendo stato, anche se temporaneamente, redistribuito il personale per fronteggiare l’emergenza. Dopo un primo momento iniziale di assestamento e di affinamento, abbiamo dovuto fronteggiare tra novembre e gennaio una epidemia di RSV tra le peggiori degli ultimi dieci anni che ha colpito tutta l’Italia e non solo. L’ottima sinergia con il Pronto Soccorso e il reparto di Pediatria diretto dal prof. Agosti ha garantito il trattamento di oltre trentacinque casi di lattanti e di piccoli pazienti sotto i tre anni di età, che avevano bisogno di sistemi di ausilio alla ventilazione fino allo svezzamento da essi».
PER OLTRE DUE MESI SONO STATI OCCUPATI TUTTI I LETTI
Una squadra giovane e motivata e la consapevolezza dell’importanza del servizio prestato hanno permesso di superare ogni difficoltà e diventare immediatamente funzionali: «La notevole e impegnativa attività ha permesso di verificare la tenuta di sistema del reparto anche in condizioni critiche: i ricoveri sono aumentati di colpo tenendo occupati per oltre due mesi tutti i sei letti disponibili. Possiamo dire che disporre di una ulteriore terapia intensiva pediatrica in Lombardia ci ha davvero permesso di reggere bene l’urto dell’epidemia e di evitare di non poter fornire un trattamento adeguato ai nostri pazienti. Nelle mie intenzioni ovviamente non posso dire che abbiamo già raggiunto completamente l’obiettivo: la strada per arrivare ad avere tutte le competenze che caratterizzano la terapia intensiva pediatrica ideale deve essere ancora terminata. Ci sono alcuni progetti in cantiere che spero potranno dare ulteriore lustro all’ospedale “Del Ponte” e alle professionalità che vi lavorano».
Superate le criticità virali, la terapia intensiva pediatrica diventa anche l’alleato principale della chirurgia del dottor Valerio Gentilino: « Con la possibilità del ricovero in terapia intensiva pediatrica è stato possibile implementare l’attività della chirurgia generale pediatrica e delle chirurgie pediatriche specialistiche, permettendo l’acquisizione di competenze specifiche e la gestione di casi complessi che altrimenti avrebbero dovuto essere trasferiti in altri ospedali. L’attrattività dell’ospedale “Del Ponte” è ulteriormente accresciuta e a quasi dieci mesi dall’apertura si è triplicato il numero di piccoli pazienti che arrivano da fuori provincia per farsi operare in sicurezza presso il polo materno-infantile. La terapia intensiva infatti è sinonimo di sicurezza e della certezza di avere un trattamento adeguato per i pazienti con patologie complesse o con comorbilità importanti».
Fino ad oggi sono stati circa 180 i pazienti tra cui bambini, piccoli e piccolissimi, che sono stati accuditi e seguiti in uno dei letti della TIP, posta al primo piano del padiglione Michelangelo.
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