Capriolo investito a Varese sulla provinciale della Rasa: “Giovani in fase di colonizzazione, attenzione sulle strade”
Un momento di grande mobilità per gli esemplari maschio che assumono la maturità e si muovono in maniera pericolosa. A giorni le nascite, gli esperti: non toccate i cuccioli
È l’istinto che spinge a fare il salto al momento sbagliato. L’istinto di colonizzare nuovi territori e che espone i giovani ungulati ai pericoli delle strade. Come è successo venerdì mattina prima delle 10 sulla strada provinciale della Rasa che collega Brinzio a Varese e che ha causato il tamponamento di tre auto, e l’uccisione dell’animale (nella foto).
Il sinistro ha poi causato danni materiali alle auto, senza feriti fra guidatori e occupanti, un fatto che deve fungere da monito, che non deve far perdere l’attenzione nei tragitti anche brevi sulle strade del Varesotto e in special mondo quelle attorniate da boschi e aree verdi.
Lo sanno bene i veterinari del “progetto selvatici” di Ats Insubria che in questi giorni sono chiamati per diversi animali selvatici investiti, tra cui – altro episodio – un investimento di un ungulato sotto al ponte di Sesto Calende nella serata di ieri, giovedì, animale che è poi scappato.
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Gli esperti parlano di un periodo molto particolare, dove la vitalità della natura si fa sentire: da un lato sono prossime le nascite, che, come vedremo, comportano un altro genere di problematiche.
Dall’altro sono gli esemplari maschi giovani, venuti alla luce l’anno scorso, che giunti a maturazione partono per la “colonizzazione” di altri territori. Per essi è il periodo più critico poiché si espongono appunto ai rischi del movimento fuori dalle aree boschive, come avvenuto stamani alla rasa quando un furgonenon ha fatto in tempo a frenare lasciando l’animale morto a bordo strada.
L’altro momento delicato avverrà fra qualche giorno e qui è bene fare un distinguo. Mentre per il muflone – diffuso soprattutto in Valcuvia (nella foto di Riccardo Lattuada) – i cuccioli sono molto attaccati alla madre fin dalla nascita e la seguono dappertutto, cosa ben diversa è per i baby cervi o caprioli, che rimangono anche giorni a terra da soli: non hanno odore e così, nell’erba alta di questi giorni, sfuggono ai predatori.
Non si muovono, e per questo il rischio per loro è rappresentato dall’uomo. anche una sola carezza potrebbe comportate lo squilibrio olfattivo che porta al rifiuti da parte della madre o all’esposizione ai predatori.
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