Confagricoltura si riunisce a Varese, «Basta burocrazia e pseudo-abientalismi»
Durante la 75esima assemblea, si è discusso sul futuro dell'agricoltura in Italia e in provincia a fronte anche dei cambiamenti internazionali
Si è svolta domenica 29 maggio alle Ville Ponti di Varese la 75esima assemblea di Confagricoltura. Al centro del tradizionale incontro organizzato dalla sezione locale: lo stato dell’agricoltura in Italia e le nuove sfide del settore a fronte delle tensioni internazionali e della guerra in Ucraina.
La crisi della globalizzazione nell’agricoltura
«La libertà di uscire di casa, la pace in Europa sono tutte cose che fino a poco tempo fa davamo per scontato, ma che all’improvviso possono scomparire. Sono in pericolo – ha affermato il presidente di Confagricoltura Varese Giacomo Brusa – anche i rifornimenti di energia e di derrate alimentari, con seri contraccolpi per il nostro standard di vita. La situazione è grave e impone una nuova visione del ruolo degli agricoltori. È finito il tempo della globalizzazione selvaggia. Non possiamo più permetterci di acquistare tutto ciò che non potevamo o non volevamo produrre: una visione da paesi ricchi e prepotenti».
«L’agricoltura rallentata da “pseudo-ambientalismo” e burocrazia»
Il presidente di Confagricoltura Varese ha poi attaccato quelle situazioni «che frenano lo sviluppo dell’attività agricola». «L’agricoltura – ha commentato Brusa – è limitata da norme che ostacolano la libertà di impresa senza ragione, se non il perseguire falsi e inutili miti di ambientalisti, animalisti, spiritisti… È una lunga storia iniziata dall’Expo, dall’ostracismo contro gli Ogm, alla preservazione di specie animali invasive».
«Tutto questo – aggiunge il presidente – esiste accanto a una narrazione che non ha nulla a che vedere con la realtà. In molti usano il mondo dell’agricoltura per i propri fini. Dipingono un’immagine del settore primario bucolica e agreste. Si rifanno a un passato idilliaco che non è mai esistito».
Serve ancora l’agricoltura?
«Non esiste – ha poi aggiunto Brusa – un paese forte che non abbia un’agricoltura forte. L’agricoltura è fondamentale. Quello che non ci serve sono i mille inutili vincoli pseudo-ambientali e i registri su cui gli agricoltori devono annotare ogni singola cosa. Faccio l’imprenditore e, come molti miei colleghi, dedico al lavoro di coltivatore i ritagli di tempo. La giornata lavorativa è totalmente occupata da incombenze, che nulla hanno a che fare con l’imprenditoria».
«L’agricoltura è di nuovo strategica»
«La guerra – è intervenuto in videoconferenza il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – ci ha riportato alla realtà. Cose che davamo per scontate sono ora in pericolo. Putin ha rivelato quella che è la sua vera bomba per l’Occidente: ostacolare i rifornimenti di grano e fertilizzanti. A farne le spese saranno per primi i paesi nordafricani, con conseguenze sulle migrazioni verso l’Italia e l’Europa».
«L’agricoltura – ha poi aggiunto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana in un videomessaggio – è un fiore all’occhiello per la regione e il Paese. L’attività degli agricoltori non si è mai rivelata così essenziale. All’orizzonte ci sono tanti sfide, ma anche tante opportunità. Serve una prospettiva che guardi al futuro del comparto agricolo».
«L’agricoltura – ha commentato Francesco Riva, membro della giunta della Camera di commercio di Varese – non è mai passata di moda, ma adesso è un elemento fondamentale per l’intero paese. Non tenerne conto, soprattutto in questo momento, è impossibile. L’agricoltura è un tessuto importante del territorio e dell’alimentazione».
«Il mondo dell’agricoltura – ha commentato il sindaco di Varese Davide Galimberti – è chiamato a fare la sua parte anche a livello internazionale. È fondamentale che tutte le istituzioni insieme agli attori territoriali facciano sistema per affrontare i momenti difficili che avremo in futuro».
«Il tema del verde – ha affermato il vicesindaco di Varese e assessore alle Attività produttive Ivana Perusin – è fondamentale. Bisogna ridurre il consumo di suolo per lasciare più spazio a settori come quello agricolo, che costituiscono un grosso valore per il nostro territorio».
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