Ferno al voto tra un mese: il sociale è la priorità per tutti e quattro i candidati

Manca meno di un mese alle elezioni di Ferno: abbiamo intervistato tutti e quattro i candidati sindaci, parlando dei tempi della campagna elettorale (dal Masterplan alla ex Manifattura)

ferno elezioni 2022

Alle prossime amministrative di domenica 12 giugno, tra meno di un mese, a Ferno verrà eletto il nuovo primo cittadino tra quattro candidati: Sarah Foti, Mauro Cerutti, Massimo Regalia e Ponziano Sabetti.

Abbiamo parlato con ognuno di loro dei temi pregnanti della campagna elettorale (dal Masterplan al discusso progetto dell’ex Manifattura) e tutti e quattro i candidati hanno messo al centro della propria campagna elettorale il sociale, complice la pandemia da Coronavirus e la conseguente crisi economica, nonché le ricadute sui prezzi del gas e dell’energia dovute al conflitto in Ucraina.

Il centrodestra ha due volti: Cerutti e Foti

Ancora una volta il centrodestra si presenterà spaccato alle urne: da una parte Sarah Foti, assessora alla Cultura e istruzione uscente, sostenuta da una coalizione di centrodestra composta dai partiti Forza Italia e Lega (rispettivamente con Giorgio Bertoni e Claudia Colombo) e Fratelli d’Italia, oltre alle liste civiche (Ferno Viva con Mattia Ludovico Piantanida e la lista che fa direttamente capo al candidato sindaco (qui tutti i nomi dei candidati al consiglio comunale e il simbolo).

Dall’altra c’è Mauro Cerutti, ex sindaco di Ferno dal 207 al 2016 e attuale vicesindaco di Filippo Gesualdi, che tenta il tris e si porta con sé parte dell’attuale amministrazione.

Sarah foti ferno
Sarah Foti

«Ho sempre vissuto la vita di comunità in diversi modi, prima attraverso il giornalismo e gli studi che ho intrapreso e che mi hanno portato vicino alle amministrazioni; poi nel 2017 il sindaco Gesualdi mi ha chiamato come assessore esterno: è stato un percorso bello e costruttivo. Ho inoltre capito che potevo dare di più alla comunità: per me fare politica significa mettersi a servizio del territorio. Spero di riuscire a dare al paese qualcosa di valore e di apprezzabile», racconta Foti.

La comunità e la riaggregazione sociale sono al centro della campagna elettorale: «Due anni di pandemia e la situazione in Ucraina hanno creato grosso disagi, tra la perdita occupazionale, il calo dei redditi e la diminuzione della socialità. Metteremo in atto delle politiche mirate, come finanziamenti e contributi per evitare delle conseguenze gravi sui cittadini». Agli anziani bisogna ridare degli spazi aggregativi che consentano loro «un invecchiamento attivo e uno scambio intergenerazionale, come ho sempre cercato di fare in passato»; mentre per i ragazzi si deve trovare uno spazio aggregativo.

Ferno verso le elezioni: il tour elettorale di Varesenews

L’assessora ricorda alcuni punti salienti del suo programma elettorale, come una grande attenzione al tema della violenza di genere, «che non si esaurisca solo negli eventi per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne», arrivando a realizzare uno sportello donna. «Vogliamo lavorare per realizzare delle reti stabili sul territorio, perché c’è bisogno di essere utili alle donne in difficoltà o in pericolo per evitare che si ripeta quanto accaduto a Samarate, noi in Comune non abbiamo uno sportello donna e quelli più vicini sono a Busto Arsizio e Gallarate». L’idea alla base è instaurare una sinergia tra l’amministrazione, le forze dell’ordine e le associazioni: «Ho coinvolto delle stendesse universitarie impegnate nel sociale: stanno dando molti spunti utili».

Si proseguirà, inoltre, la sinergia tra la scuola, le famiglie e l’amministrazione sia nel sostegno  allo spazio compiti (un servizio extrascolastico) sia con il potenziamento dell’aula sensoriale, «il fiore all’occhiello del Comune»: «Sarà nostro compito continuare a dialogare con le scuole per potenziarlo». C’è poi un sogno da riprendere là dove era stato interrotto dal Covid-19, ovvero il percorso di benessere culturale: «Nel 2020 eravamo pronti a partire ma il Coronavirus ci ha bloccato. Tante associazioni hanno dovuto cancellar gli eventi: vogliamo riprendere in mano e potenziare il tavolo delle associazioni, che si è riunito qualche settimana fa; è necessario un confronto continuo insieme a una calendarizzazione degli eventi, che coincidano con una comunità che si riprende i propri spazi ed eventi».

Ci tiene, inoltre, a ringraziare tutte le associazioni per la collaborazione nel quinquennio: «Abbiamo fatto un bellissimo percorso, con tante difficoltà, ma siamo stati sempre insieme».

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Mauro Cerutti

Dall’altra parte del centrodestra c’è Mauro Cerutti, vicesindaco uscente della giunta Gesualdi, che si candida con la “lista civica Cerutti”. Il settantaduenne è un volto storico della politica cittadina: è stato sindaco nel 2007 e nel 2012, mentre alle scorse elezioni ha sostenuto la lista di Filippo Gesualdi. Ora, a causa di una frattura all’interno della coalizione di centrodestra, ha deciso di correre da solo. «Abbiamo scelto di scendere in campo mettendo una squadra giovane con tanta voglia di fare, costruendo un percorso che, con la mia esperienza, porti progetti e attenzione a 360 gradi per il bene della comunità», commenta.

Cerutti si porta con sé altri componenti della lista uscente, che confluiranno nella“Lista Cerutti – la forza dell’esperienza”  (qui tutti i nomi dei candidati e il logo della lista): l’assessora al Bilancio Daniela Vendramin, il presidente del consiglio comunale Massimiliano Catania e la consigliera di maggioranza Sidonia Vezzaro. Oltre al coordinatore Carabelli. «Chi è rimasto fedele fino alla fine mantenendo tutti gli impegni amministrativi con il sindaco uscente è questa parte di centrodestra», commenta secco.

Quali sono le caratteristiche della vostra lista? «In questo momento così particolare, tra la pandemia e la guerra, che ha modificato drasticamente i rapporti sociali, i cittadini hanno bisogno di una forte dose di esperienza, accomunata all’energia di una squadra con tanti ideali condivisi». Tanti i temi e i progetti sul piatto, a partire dalla riqualificazione di piazza Dante e l’edificio di via Roma recentemente acquistato per il progetto industriale e l’ex manifattura. Così come verrà data attenzione alle scuole e al sociale, al tema di Malpensa e al futuro della municipalizzata Sap di cui il Comune di Ferno è socio al 50% con Lonate Pozzolo.

Ponziano Sabetti, “la novità di Ferno”

Inizialmente era sostenuto da Italexit, il partito di Gianluigi Paragone, ma a inizio mese Sabetti ha riconsegnato la tessera a causa di una «impossibilità nel conciliare le esigenze della squadra e del partito». Il gruppo, però, ha manifestato la volontà di continuare la campagna elettorale, costituendosi in una civica slegata dai partiti politici (qui i nomi dei candidati).

Consulente aziendale da circa vent’anni, Sabetti è alla sua prima esperienza politica. «Il nostro gruppo è nato dalla volontà di creare una alternativa che al momento non vediamo, non riusciamo a cogliere la differenza tra la maggioranza e l’opposizione e le loro proposte», racconta il candidato, che vuole essere la vera novità di queste elezioni.

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Ponziano Sabetti

Al centro della campagna elettorale di Ferno Attiva c’è il progetto socialità: «Vuole essere la bussola della nostra azione politica. Ora a causa del Covid la socialità è alterata, bisogna fare un riallineamento: c’è la necessità di trasparenza e partecipazione, condividendo ogni scelta con le associazioni e la popolazione». Tocca alcuni temi come Malpensa e l’espansione di Cargo city a Sud (verso la brughiera di Lonate Pozzolo) prevista dal Masterplan 2035 («per noi è un tema da approfondire, insieme all’impatto che l’aeroporto ha sulla salute dei fernesi») e la tensostruttura di via Pedrotti. Su questa, «che ha moltissimo potenziale», bisogna fare un lavoro di valorizzazione: «Bisogna avere il coraggio di mettere in piedi delle assegnazioni di lunga gittata non delle micro-assegnazioni, altrimenti non si riuscirà a realizzare dei progetti a lungo termine».

Questo va fatto a partire dalla legalità: secondo Sabetti la condivisione e la trasparenza sono l’unico modo per «contrastare i fenomeni del sommerso». Bisogna dunque portare avanti una lotta culturale: «L’amministrazione pubblica deve dimostrare che l’illegalità è sconveniente; è una sfida che dobbiamo cogliere mentre la magistratura fa il suo dovere, perché se bastasse punire avremmo già risolto tutto».

Orlando Marmo e il centrosinistra

Ormai pensionato dal 2016, Orlando Marmo prima ha lavorato per anni nel settore bancario, viaggiando molto in centro e Sud Italia.

orlando marmo candidato sindaco ferno Cambiare Ferno 2022
 Orlando Marmo

«Per lavoro sono stato a lungo lontano da Fermo, ma da quando sono in pensione ho iniziato a guardarmi intorno e a interessarmi alla vita politica del Comune», racconta, mentre afferma di essere alla sua prima esperienza politica: «Non ho esperienze amministrative, ma la maturerò insieme alla mia squadra giovane, forte e competente». Una novità di queste elezioni è sicuramente il ritorno del Partito Democratico, in quanto cinque anni fa la lista di ispirazione centrosinistra, “Cambiare Ferno”, che al tempo sosteneva la candidatura di Massimo Regalia, aveva scelto di correre senza simboli di partito.

«Noi ci siamo riuniti in maniera diversa dalle altre liste – rimarcano Marmo e Regalia – partendo prima dalla condivisione del programma: non pensiamo che avremo delle divergenze sull’operato, perché abbiamo sottoscritto tutto insieme» (qui tutti i nomi della lista di centrosinistra e il simbolo).

Anche il programma di Marmo e dei suoi pone grande attenzione al sociale e ogni fascia d’età della popolazione: «Vogliamo realizzare un punto di ritrovo per i  giovani e rivitalizzare il centro anziani, di cui sono stato presidente. Il Covid ha portato via molti dei soci e chi è rimasto ha molta paura a rientrare al centro: ciò ha comportato una riduzione della partecipazione e una mancanza di fondi per sostenere le spese del centro».

Qual è l’obiettivo più importante? «Parlare con la gente: sentiamo il bisogno di comunicare e colloquiare con i ferenti in merito all’intera attività della macchina amministrativa, come ad esempio su piazza Dante di cui nessuno sa il dettaglio della trasformazione in tema di viabilità e di sistema fognario».

La biblioteca e l’ex Manifattura

La piccola e accogliente biblioteca di Ferno è situata tra le mura del palazzo comunale. Ad accogliere i visitatori ci sono Zenio (all’anagrafe Zenino), instancabile volontario e appassionato di libri, e Monica, che si occupa delle letture animate per bambini: si tratta di una biblioteca tradizionale con tanti volumi e un reparto dedicato alla letteratura per ragazzi, ma in cantiere c’è un progetto per quella nuova (ve ne abbiamo parlato tempo fa qui), destinato a cambiare notevolmente l’area, che diventerà un vero e proprio polo culturale e aggregativo.

biblioteca comunale Ferno
 L’interno della biblioteca comunale

Monica si occupa delle letture animate e collabora con l’associazione Amici del Laghetto: «L’ideale, in futuro, sarebbe poter organizzare le letture qui in biblioteca, con uno spazio adeguato e confortevole per i bambini».

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 Monica e Zenio

Monica e Zenio pensano a questo quando immaginano la biblioteca del futuro: «Vorremmo una biblioteca che sia il polo di tutti: riusciamo a intercettare bene i piccoli e gli anziani, manca la fascia dei giovani adulti», spiegano, «attivando delle modalità, degli strumenti e dei linguaggi a loro affini», come delle postazioni gaming o internet per i ragazzi, in modo da conciliare i libri tradizionali al multimediale. «Ci piacerebbe una biblioteca con il libro al centro e intorno tanti altri eventi culturali, come i tè letterari o altre mostre d’arte», concludono. La stessa Foti definisce la nuova biblioteca come un polo aggregativo culturale, con degli spazi per ragazzi e “votato” alla digitalizzazione: «Diventerà come le più moderne biblioteche, andando oltre il classico servizio prestito dei libri: tanti giovani hanno già raccolto la proposta e l’hanno apprezzata».

Sul recupero dell’ex Manifattura, che da area dismessa potrebbe diventare un supermercato, Foti commenta così: «L’ex manifattura è una struttura che rappresenta la storia del paese – spiega l’assessora – ha dato lavoro a migliaia di cittadini ed è l’ingresso del nostro paese; bisogna preservare quello che c’è, ma aprendoci a una proposta che riteniamo confacente: noi stiamo valutando la proposta ma abbiamo intenzione di coinvolgere le realtà cittadine. Il dialogo e il confronto sono importanti».

Contrario, invece Sabetti: «Riconosco quanto detto dal sindaco Gesualdi nella scorsa campagna elettorale: essendo una proprietà privata o ci si mette in un’ottica di esproprio o di collaborazione cercando di assecondare determinate scelte. Bisogna però tener conto che l’intervento cambierà i flussi e le interazioni del paese per gli anni a venire. La parola chiave per noi è l’armonia dell’intervento con il territorio».

Della stessa idea anche Marmo: «Non siamo convinti sul progetto e sull’apertura del nuovo supermercato, che riteniamo superfluo. Noi vorremmo realizzare al suo  interno un polo scientifico di carattere universitario per attirare molti studenti del territorio», motiva il candidato di “Cambiare Ferno”, «vorremmo offrire una buona preparazione tecnico scientifica ai nostri giovani, favorendo il loro ingresso nelle aziende del territorio come Sea e Leonardo».

Il nodo della legalità

La legalità è uno dei temi su cui alcuni candidati si sono espressi dopo l’appello della Cooperativa San Martino a parlare di ‘Ndrangheta e infiltrazioni mafiose sul territorio (riferendosi agli arresti dell’estate 2019), prendendo le distanze da

Da anni sono attivi sul territorio con impegno e passione, organizzando attività culturali volte a sensibilizzare la cittadinanza su temi delicati come la legalità e l’infiltrazione mafiosa sul territorio: il ciclo di eventi “La ‘Ndrangheta tra no”i è stato organizzato da loro in sinergia con Periferia sociale di Lonate Pozzolo, Cooperativa Unione Consumo di Samarate e associazione Laura Prati di Cardano al Campo. Risale a qualche giorno fa il loro appello a tutti i candidati a «prendere posizione sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste che si sono registrate a Ferno», perché il loro timore è che quanto successo a Ferno e Lonate Pozzolo venga dimenticato: «Noi siamo stati la prima associazione che a luglio 2019 ha preso posizione e condannato quanto successo» raccontano il presidente, Paolo Favrin, e il segretario Sergio Berzi.

«Non parlarne è un modo per rimuovere le cose, invece bisogna parlarne ed esserne consapevoli», spiegano i due.Cosa dovrebbe fare un merito la prossima amministrazione? «C’è bisogno di amministrazioni che abbiano una visione sociale del territorio. Bisogna creare delle strutture collegate, altrimenti siamo solo la grande periferia di Milano. Ma cosa si intende progettare sul territorio a livello di servizi? Si parla solo di supermercati e non di altre strutture a livello sociale, rischiamo di avere delle grandi cattedrali nel deserto».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 14 Maggio 2022
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