Inaugurato l’EcoPlanetario al Parco Pineta: “Visioni immersive tra le stelle e nella natura”
Presentata la nuova struttura nel parco pineta capace di far vivere agli ospiti visioni immersive. Il presidente del Parco Pineta: "Deve essere un luogo della comunità aperto a tutti"
«Questo è un planetario che non mostrerà solo le stelle; lo abbiamo chiamato “eco” proprio perché avrà l’obiettivo di valorizzare anche il racconto del cambiamento climatico e le potenzialità delle energie rinnovabili». È stato presentato venerdì mattina, 20 maggio, il nuovissimo Planetario all’interno del Centro didattico Scientifico nel Parco Pineta, dove già si trova anche l’Osservatorio Astronomico.
Si chiama appunto “EcoPlanetario” proprio perchè, con i suoi oltre 40 posti a sedere (con speciali poltrone mobili che possono essere spostate per accogliere le scolaresche e guardare il cielo sdraiati per terra), sarà un vero polo culturale dove la visione immersiva diventerà protagonista di un luogo che può essere vissuto tutto l’anno oppure nelle giornate di maltempo.
Durante la mattinata è stato dedicato un lungo momento a far provare l’EcoPlanetario ai partecipanti, con una immersione completa nel sistema solare, grazie a una proiezione sulla cupola a 180 gradi, avvolti dalla musica e da una guida esperta che raccontava curiosità e rispondeva alle domande dei presenti. Tutto governato con un tablet che comunicava direttamente con la regia. L’esperienza è decisamente immersiva e, come sottolineato durante la presentazione, non sarà solo dedicata alla stelle, ma sono allo studio anche altri utilizzi che vanno dalla natura fino all’arte (attualmente in fase di studio).
Alla presentazione di venerdì mattina erano presenti tutti i partner del progetto Interreg InsubriaParks, di cui la realizzazione dell’ecoplanetario fa parte, con un finanziamento di oltre 330mila euro, a cui si aggiungono 80mila della Fondazione comunitaria del Varesotto e altri 80mila del Parco Pineta. Erano quindi presenti i presidenti e i direttori del Parco Pineta, del Parco Regionale Campo dei Fiori, del Parco Spina Verde, del Parco delle Gole del Breggia, e del Parco del Brenz. Hanno partecipato inoltre gli architetti Giuseppe e Federica Speroni che hanno curato la progettazione, oltre al senatore, ed ex sindaco di Tradate, Stefano Candiani.
«La parola chiave di un parco è la custodia – ha commentato il presidente del Parco Pineta, Mario Clerici -. Come avviene questa custodia? Con i progetti legati alle biodiversità, alla gestione del territorio; si devono dare delle suggestioni e far vivere esperienze alle nuove generazioni. Da questo spunto è nata l’idea di creare un planetario all’interno del Centro didattico scientifico che ogni giorno ospita decine e decine di scolaresche. Il planetario va ad arricchire l’offerta didattica del centro, anche nel periodo invernale e in caso di maltempo. Deve essere un luogo della comunità, mi piacerebbe che tutte le sere qui si svolgessero attività diverse; questo vuole essere un appello ad associazioni e realtà del territorio che vogliono farsi avanti».
Gabriele Pozzi, direttore del Parco Pineta, ha sottolineato che «il prefisso “eco” non lo abbiamo utilizzato per una moda del momento, ma per connotare la struttura e poter affiancare due temi importanti come i cambiamenti climatici e le energie rinnovabili. Non offriremon solo la possibilità di fare immersioni nelle stelle, ma anche nella natura e in un modo diverso di concepire le energie. Questa è la filosofia che ci ha portato a realizzare l’EcoPlanetario».
L’archietto Giuseppe Speroni ha poi evidenziato gli aspetti tecnici che hanno portato alla progettazione di una struttura complessa: «Dopo un anno di studio sui planetari di questi dimensioni presenti nel nord Italia abbiamo analizzato soprattutto le problematiche, arrivando a studiare soluzioni che fossero adatte un planetario come questo immerso nella natura e con grandi potenzialità di fruizione. Ad esempio, la cupola interna è sorretta da un anello circolare in ferro che percorre tutta la superficie circolare, permettendo di non avere nessun collegamento con la cupola esterna, per ottenere un maggior isolamento dall’esterno. Oppure le poltroncine, reclinate diversamente a seconda dell’angolazione e che non sono fisse. Sono mobili proprio per rendere maggiormente fruibile la sala da grandi e e piccoli».
Visibilmente stupito anche il senatore Stefano Candiani: «Faccio i miei complimenti al Parco Pineta. È stupefacente non perché è un planetario ma perché è a Tradate, in un bellissimo parco. Si mette un bello stimolo che aiuta a crescere culturalmente. Bisogna crederci nei progetti: nel silenzio ci avete creduto e questo fa la differenza. Un planetario a Tradate era inimmaginabile, adesso va fatto vivere, con le scuole e con gli adulti».
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