Non trova camerieri e deve tenere chiuso il bar del resort sul Lago Maggiore
Stefano Sist, proprietario del «Golfo Gabella», uno dei tanti operatori turistici colpiti dall’assenza di personale. Ferrarese (Fipe): “È un problema nazionale”
Introvabili. Spariti. Camerieri, responsabili di sala, aiuto cuochi e commis: sul Lago Maggiore, come anche nel resto della provincia a sentire i responsabili delle categorie, la stagione turistica si apre sotto il segno della carenza di personale, tanto che la sofferenza di alcuni locali si sta già palesando e si traduce nell’impensabile: la chiusura. Stefano Sist, proprietario del «Golfo Gabella», resort sul Lago Maggiore, uno dei tanti operatori turistici colpiti dall’assenza di personale, racconta infatti che nella sua struttura dell’Alto Lago, in questi giorni è costretto a tener chiusi bar e ristorante.
«E non sono soltanto io a risentire di questo problema, che attanaglia anche molti altri colleghi. Faticano come me a trovare mano d’opera stagionale. Tanto che ho dovuto ricorrere ad un estremo rimedio, cioè tenere chiuso: non posso soddisfare i clienti. A breve riapriremo, con orari ridotti, almeno fino a quando non riusciremo a risolvere questa situazione. Lavoriamo tutto l’anno con gli appartamenti vacanze, ma con la ripartenza dopo il covid devo prendere atto che gran parte delle figure presenti sul territorio hanno ripiegato su altre professioni».
Poi, naturalmente, c’è la Svizzera, discorso onnipresente in ogni ragionamento legato alla mano d’opera, che attira, drena, risorse italiane. E pensare che stiamo parlando di un contesto economico in cui è l’offerta a poter incidere pesantemente sulla retribuzione: cioè gli stipendi, con la carenza di manodopera, tendono a salire, anche sensibilmente. Lo conferma Giordano Ferrarese, presidente provinciale della federazione italiana pubblici esercizi e consigliere nazionale sempre Fipe il quale da ristoratore raccoglie i desiderata non solo degli operatori del Varesotto, ma anche di altre zone del Paese.
«Mi sento con colleghi di altre regioni, e tutti lamentano questo problema legato alla carenza di camerieri e figure professionali, in particolare di una fascia d’età giovane e più adatta agli impieghi professionali. Molti dei colleghi del Varesotto mi chiamano e mi chiedono disperati se so aiutarli per trovare collaboratori. E assicuro che in una situazione del genere l’importo dello stipendio comincia ad essere un problema del tutto relativo, sebbene la concorrenza salariale con la Svizzera rimane, e andrebbe affrontata con un’adeguata defiscalizzazione».
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