Balotta: “Abbattere il Terminal 2 di Malpensa per farci cargo city”
Secondo il presidente dell'Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti, il terminal 2 è ormai obsoleto e quell'area permetterebbe di recuperare 60 mila metri quadri
«Tra l’Enac, ovvero il ministero Trasporti, che vuole riaprire il Terminal 2 e la Sea che vuole tenerlo chiuso c’è una terza via molto più razionale e conveniente, abbatterlo ed utilizzarlo per la cargo city». È quanto afferma Dario Balotta presidente Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti. «È giunto il momento – dice Balotta – che il sindaco Giuseppe Sala metta ordine e dia qualche indicazione strategica e ambientale alla gestione annebbiata della Sea. Sorprende che l’Enac non si renda conto che l’obsoleto Terminal 2 chiuso per pandemia da due anni se fosse riaperto oggi mostrerebbe un indecoroso spettacolo dai bagni alle sale d’attesa degradate e potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza di addetti e passeggeri».
«È noto che la stessa Sea – continua l’esperto di trasporti – dissanguata dai ricchi dividendi che deve staccare per il Comune azionista al 54% e per il fondo investimenti F2i socio al 46% nonostante una perdita di 80,3 milioni di euro nel 2021 ha rinviato al 2026 la ristrutturazione del Terminal 2 che sta perdendo i pezzi. La sua messa in sicurezza, l’ammodernamento dei servizi e l’efficientamento energetico costerebbero almeno 6 milioni di euro per un terminal passeggeri privo di prospettive di sviluppo».
Secondo Balotta, i costi della ristrutturazione dei servizi passeggeri sarebbero dannosi perché finalmente si potrebbero utilizzare maggiormente i tre satelliti del Terminal 1 che («come dice il sindaco di Milano Giuseppe Sala»), possono arrivare fino a 30 milioni di passeggeri anno, per gli esperti oltre 40 milioni, dai 19 milioni del 2021. «Con elevati dividendi, ma un debito netto di 467 milioni – conclude il presidente dell’Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti – la Sea controllata dal comune di Milano, propone un sovradimensionato progetto di 44 mila mq dentro la Brughiera per la nuova cargo city che invece si potrebbe realizzare al posto del Terminal 2 risparmiando la biodiversità del Parco del Ticino che ha già concesso troppo allo sviluppo aeroportuale ed enormi risorse economiche. Sea nonostante la fine della pandemia ha ancora in atto la cassa integrazione, peraltro utilizzata da anni ben prima della pandemia e recentemente si è vista erogare 8,5 milioni di euro dalla Regione “per coprire le perdite” ed ora sta anche per vendere i servizi telematici mentre questi stanno diventando sempre più strategici per i servizi aeroportuali. Ora il Comune di Milano ha l’occasione di recuperare l’area del T 2 di ben 60 mila mq., che resterebbero inutilizzati, per la cargo City evitando di consumare il prezioso suolo della Brughiera».
Il sindaco di Milano Sala: “Riaprire il Terminal 2 di Malpensa è un costo enorme”
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