A Brenta i mosaici di Arend raccontano arti e mestieri del passato e portano i turisti
Un nuovo progetto legato al mosaico per il paese della Valcuvia: girando per le vie è possibile trovare delle figure che rappresentano uomini e animali che raccontano le tradizioni del passato
Ombre sui muri per ricordare personaggi, mestieri e tradizioni di un tempo. A Brenta, girando per vie e cortili, è possibile trovare dei mosaici a grandezza naturale che rappresentano uomini, oggetti, animali che raccontano un passato che non c’è più.
Il progetto si chiama “Le Ombre di Brenta”, l’autore è Andrea Sala, per tutti Arend, un artista del posto che da anni collabora con l’amministrazione comunale per dare al piccolo paese, stretto tra le valli della Valcuvia, una nuova connotazione. «Ho aperto la mia corte dei mosaici nel 2014, dal 2011 collaboro con l’amministrazione comunale per tanti progetti (c’è anche una pagina facebook dedicata)». Qualche anno fa, all’ingresso del paese, ha realizzato lui stesso un cartello in mosaico con scritto: “Brenta, un paese da scoprire”.
Poi, tra le altre cose, sono nati i laboratori, il progetto le “Le finestre di Brenta” e ora questa nuova avventura: «L’idea è quella di raccontare i personaggi che hanno fatto parte del passato di Brenta tramite i mosaici. Mi è venuta in mente pensando alle ombre di Bansky e mi sono chiesto come potevo integrarle al mio paese».
Oggi camminando per le vie si trovano le figure del campanaro, il pastore con le pecore e il toro, la gerla ma nei prossimi mesi il lavoro continuerà: «Realizzerò i bambini che giocano in Piazza della Pace, il Cadregat, lo scultore del legno. Poi vorrei realizzare la sagoma del tram a grandezza naturale, quello che collegava da Cittiglio a Luino».
Per scegliere quali figure realizzare, Arent ha intervistato gli anziani del paese: «Ho raccolto storie, aneddoti e curiosità, mi hanno raccontato come si lavorava qui, come si viveva, della vita contadina e quella della conceria», continua, sottolineando come spesso, camminando di notte per il paese, quelle figure realizzate in mosaico sembrano prendere vita e di giorno facciano compagnia agli abitanti del borgo: «Il campanaro, ad esempio, sembra proprio di vederlo lì sotto alla chiesa».
Ad aiutarlo nel progetto ci sono molti dei suoi alunni e delle sue alunne, ovvero persone di tutte le età che si sono affacciate all’arte del mosaico grazie a questo trentaquattrenne che nella sua corte tiene laboratori e ha realizzato anche un B&B: «È un progetto che piace a tutti, apprezzato dai bambini e dagli adulti e per me è una bella soddisfazione. Per un artista è importante capire il contesto in cui va a realizzare le sue opere, integrarle con tutta la comunità».
Brenta, grazie al mosaico, oggi è sicuramente più frequentata e conosciuta: «Ora in tanti lo conoscono come il paese dei mosaici e sono felice per questo. Anche i turisti tornano più spesso, sia nel mio B&B ma anche in altre attività che anno aperto in questi anni».
Intanto lui continua a sognare e a far sognare con i suoi mosaici: «È un’arte che mi piace molto, è una via di mezzo tra la scultura e la pittura, si usano le mani e si torna a giocare con i colori, è un po’ come tornare bambini». Ed è forse per questo che quei mattoncini continuano a contagiare così tante persone. «Mi piacerebbe proporre progetti come questi anche ad altri paesi vicini, magari a Laveno Mombello dove c’è una grande tradizione della ceramica. Chissà», conclude.
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