Caldo fuori stagione, il ritorno delle lucciole
Sono i lampiridi, capaci di illuminare le notti di un’estate che comincia sempre prima. Un evento irresistibile per grandi e piccoli, rimedio contro gli schermi artificiali
«Svegliati, che ti porto in giardino a vedere le lucciole». C’è un regalo che i genitori possono fare ai loro bambini in queste calde sere di una stagione oramai sconfinata che tende al caldo.
Succede oramai già dalla tarda primavera ed è un fenomeno che ingenera forti dubbi sulle capacità visive di chi si inoltra nelle strade a margine dei prati dopo l’imbrunire. Ci si ferma. Si puliscono gli occhiali ed in effetti sì, arriva la conferma: sono tornate le lucciole.
Piccole e gentili, accompagnano per pochi secondi l’anima di chi le osserva per volare via con leggerezza verso chissà dove. Di solito questi minuscoli coleotteri arrivano ai primi caldi, che col clima impazzito di questi anni sono sempre più «primi», e già a maggio quest’anno le minuscole luci gialle tendenti al verde hanno fatto capolino per rintanarsi con le oscillazioni di temperatura e ancora ritornare.
Su wikipedia se ne leggono di ogni, sulle lucciole, lampiridi, “caratterizzati dalla capacità di produrre luce da uno o più segmenti addominali, da cui il nome della famiglia. A tale fenomeno è stato dato di nome di bioluminescenza“. Ne esistono oltre 2000 specie e generalmente i maschi pare non si nutrano nonostante la presenza di un apparato boccale completo, anche se alcune di esse, ai tropici, divorano i simili, mentre “entomologi americani hanno potuto constatare che alcune femmine del genere Photuris sono in grado di modificare la frequenza e la luminosità della propria luce, in modo da simulare la luce delle femmine di altre specie di lampiridi, attirarne i maschi e poi divorarli” (peraltro una storia, quest’ultima, che fa sempre uno strano effetto sentire ogni volta che ci si addentra nei comportamenti animali).
Non c’è dunque tablet o telefono che possa tenere banco fra le attenzioni dei più piccoli o dei grandi quando arrivano le lucciole. Non esistono social o distrazioni più o meno inutili che possano eguagliare lo spettacolo rappresentato da un campo che si accende di minuscole luci. «Svegliati, che ti porto in giardino a vedere le lucciole».
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