Campo dei Fiori, bosco e ambiente: gli studenti del “Cairoli” intervistano il sindaco di Luvinate
Il progetto nell'ambito del percorso di Educazione Civica: gli studenti di VC" del Liceo Classico di Varese hanno intervistato amministratori e funzionari pubblici del nostro territorio. La terza intervista è con Alessandro Boriani
Gli studenti del “Cairoli” giornalisti per un giorno. Nell’ambito del percorso di Educazione Civica, gli studenti di VC” del Liceo Classico Ernesto Cairoli di Varese, corso “tradizionale” dell’Istituto, hanno intervistato amministratori e funzionari pubblici del nostro territorio su argomenti di particolare interesse e attualità, al fine di conoscere e far conoscere la realtà in cui stanno crescendo
Alla scoperta di Luvinate con il sindaco Alessandro Boriani
a cura di Agata Baroni, Lavinia Fusari e Luca Urizzi
Alessandro Boriani, attuale Sindaco di Luvinate; è stato riconfermato alla carica di sindaco per il terzo mandato, a seguito delle elezioni amministrative svoltesi nell’ottobre 2021. Abbiamo condotto un’intervista sulle tematiche ambientali che stanno diventando sempre più rilevanti nelle nostre vite. Ci sono state infatti conseguenze del cambiamento climatico anche nel nostro territorio, come le esondazioni del torrente Tinella, o gli incendi al Campo dei Fiori, presso l’area del Poggio. Per questo abbiamo ritenuto opportuno intervistare lei, in quanto ha vissuto questi avvenimenti da protagonista e responsabile per il suo Comune, e poi si è trovato a far fronte alle conseguenze.
Inoltre abbiamo voluto intervistarla affinché ci fornisca un quadro un po’ più approfondito e un’opinione personale sulle condizioni ambientali del territorio nel presente, nel passato e nel futuro.
Confermato quindi che l’aumento della temperatura globale è stato provocato dall’attività dell’uomo, come dall’eccessivo sfruttamento di risorse energetiche fossili e dal disboscamento e osservando i disastri avvenuti nel territorio come il grande incendio nel Campo dei Fiori del 2017, si conferma che sono stati causati prevalentemente dall’attività umana, o sono anche presenti fattori esterni (naturali, accidentali)?
L’incendio avvenuto nel 2017 per matrice dolosa, che ha colpito quasi 400 ettari di terreno, metà del quale appartenente al Comune di Luvinate, è la causa di una serie di problemi che si sono originati come conseguenze inevitabili più importanti dell’incendio in sé, determinate sia dall’attività umana che da fattori esterni, che hanno poi provocato danni da 4 milioni di euro. Infatti dove il fuoco ha bruciato il bosco, si è creato un effetto di impermeabilizzazione della terra che può durare per decenni: di conseguenza quando piove l’acqua non viene assorbita dal terreno ed è come se il suolo fosse ricoperto da uno strato impermeabile che lascia scivolare l’acqua e tutti i detriti rimasti a valle, attraverso il torrente, direttamente nel centro di Luvinate, nel quale passa il Tinella. Un’altra conseguenza è il problema dei boschi abbandonati: a Luvinate infatti ci sono 350 proprietari terrieri che dovrebbero occuparsi della manutenzione del bosco (abbattimento di alberi e pulizia del sottobosco), tre quarti dei quali non sanno neppure di esserlo o non se ne prendono più cura poiché non è conveniente a causa dei costi elevati. Dunque si crea un eccessiva quantità di detriti boschivi che accrescono le esondazioni del Tinella. Un’ultima conseguenza è causata dall’aumento dei cambiamenti climatici, che fanno sì che nell’arco di poco tempo cada la pioggia equivalente a quella di molti mesi: le cosiddette bombe d’acqua. Il terreno pertanto non solo non è abituato a una tale quantità d’acqua, ma si aggiungono anche i fattori dell’impermeabilizzazione della terra e dell’eccessivo volume delle colate detritiche derivate dall’abbandono dei boschi.
Che lei sappia, sono accaduti eventi di dissesto idrogeologico e di incendi anche nel passato, oppure si sta fronteggiando un fenomeno nuovo?
Prima del 2017 non erano mai accaduti eventi simili e non si sapeva cosa fosse il rischio idrogeologico. Le uniche prevenzioni attuate dai precedenti sindaci erano le politiche dell’Ente Parco Regionale Campo dei Fiori che riguardavano la gestione ambientale (autorizzazione ai tagli, cura di flora e fauna, messa in sicurezza dei sentieri, turismo) e poche erano le attenzioni rivolte al rischio idrogeologico. Comunque siamo abbastanza certi che il fenomeno delle colate detritiche sarebbe accaduto anche senza il grande incendio del 2017, proprio come è successo a Gavirate che sta affrontando questo problema benché non si è verificato alcun incendio. Quello che è avvenuto ha semplicemente accelerato e reso più pericoloso il processo del dissesto idrogeologico.
Un’altra azione concreta che possiamo fare tutti noi quotidianamente, è la raccolta differenziata, gesto che permette il riciclo dei rifiuti. Trova che ci sia sufficiente impegno in questo campo da parte dei cittadini? Per promuovere un comportamento più responsabile, sono stati realizzati progetti nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni?
Parlando della raccolta differenziata e più in generale dello smaltimento dei rifiuti sono soddisfatto: l’impegno da parte dei cittadini e da quella del servizio di raccolta dei rifiuti è stato costante, e grazie a questo l’87% dell’immondizia viene differenziata, e poi riciclata. Come è vero che questo è un risultato pienamente gratificante e positivo, è anche vero che può essere migliorato: perciò due anni fa abbiamo adottato un sistema sperimentale di pesatura del secco, fine di incentivare i cittadini a svolgere la raccolta differenziata con una cura più scrupolosa. Andando più nello specifico, in questo piano la tariffa pagata si basa sul peso del sacco dell’indifferenziato, di modo che si stimoli a prestare maggiore attenzione nella separazione dei rifiuti. Riguardo alla seconda domanda nella scuola primaria di Luvinate C. Pedotti sono state svolte moltissime lezioni e lavori legati all’educazione ambientale, grazie alle quali la nostra scuola, sin dal 2014, è certificata come “green school”. Per esempio emerge l’uso da parte della maggior parte dei bambini di borracce e contenitori riutilizzabili; sugli sprechi inoltre compaiono la creazione di una compostiera dove buttare la frazione umida, per fertilizzare con il terriccio che ne deriva l’orto, e l’utilizzo di un “ekomuro” per la raccolta dell’acqua piovana.
Sono stati stanziati ingenti fondi per la messa in sicurezza del torrente Tinella e per la pulizia del bosco dai residui degli incendi, in modo da proteggere e valorizzare l’area di Parco che interessa Luvinate. Può illustrarci più nel dettaglio come si sta agendo per affrontare i sempre più frequenti disastri ambientali?
In questo campo abbiamo agito, e tuttora agiamo lavorando su tre fronti principali: la mitigazione del rischio, il miglioramento del sistema di protezione civile, e l’associazione Fondiaria Valle delle Sorgenti. è doveroso aggiungere che il Tinella, essendo un reticolo idrico maggiore, è in capo alla Regione Lombardia, che quindi si occupa di finanziare tutte le opere legate al torrente. Iniziando dal primo, si parla di mitigazione del rischio poiché, quando si tratta di colate detritiche e di alluvioni, il 100% di sicurezza è irraggiungibile: quelli che stiamo eseguendo sono tentativi volti perlopiù a tenere sotto controllo la situazione tramite opere idrauliche. Degli esempi sono rappresentati dalle due vasche di laminazione costruite presso il ramo occidentale del torrente Tinella (sentiero 10), che sono state poste affinché raccolgano la terra e i detriti portati a valle dall’acqua. Mentre una non è ancora di fatto entrata in funzione, grazie alla seconda sono state fermate diverse tonnellate di detriti, che altrimenti sarebbero giunte in paese; per dare un’idea della quantità di materiale che viene trasportata durante i disastri, la vasca è stata svuotata dalle venti alle venticinque volte, un numero impressionante considerando che secondo le stime sarebbe dovuta essere svuotata una volta ogni tre anni. Inoltre due altre operazioni efficaci sono state la costruzione di briglie e il rafforzamento degli argini: sui versanti scoscesi sono stati costruiti dei muri e lo spazio a monte di quelli è stato riempito di terra, andando ad annullare la pendenza. Questo stratagemma ovviamente non serve a fermare i detriti, quanto a rallentare in maniera significativa la velocità e di conseguenza la forza distruttiva delle colate. Ritengo che sia stato significativo pure il rafforzamento degli argini, in particolare presso il ponte di via San Vito, poiché evita che l’acqua, in caso di alluvione, abbatta gli argini naturali e si riversi fuori, causando ingenti danni. Passando all’asta orientale, è stata eseguita una meticolosa rimozione della legna bruciata tramite un elicottero, naturalmente per portare via alle colate la maggior parte di materiale possibile. Il secondo fronte al quale ci stiamo dedicando è il miglioramento del sistema di Protezione Civile: anche se la sicurezza del singolo si basa interamente sulle sue azioni, le risoluzioni e i progetti avanzati per informare i cittadini su pericoli imminenti svolgono una parte importante per la protezione dei cittadini; come Comune di Luvinate e Protezione Civile intercomunale Valtinella stiamo agendo per favorire e rendere tempestiva la diffusione di queste informazioni. Quindi abbiamo scelto internet, il mezzo di comunicazione più rapido al momento: abbiamo creato un gruppo Whatsapp comunale, e l’app Map Risk, che oltre a inoltrare gli eventuali allarmi meteo contiene il piano di emergenza. Questa app comunale, insieme all’applicazione regionale App Alert, riceve dati dalle stazioni metereologiche e, quando individua un potenziale pericolo, invia agli utenti un allarme che può variare, in ordine di gravità, dal giallo fino all’arancione e al rosso; successivamente decidiamo se ordinare la chiusura del ponte, lo stato di allerta, o l’evacuazione.
L’Associazione Fondiaria Valle delle Sorgenti (ASFO), della quale sono presidente, è il progetto, più strutturale, a cui ci stiamo dedicando al momento. Questa è stata fondata dal Comune di Luvinate e dall’Ente del Parco del Campo dei Fiori per affrontare il problema dell’abbandono dei boschi del nostro territorio, ed è la prima ASFO istituita in Lombardia. Più nel concreto l’associazione fondiaria si occupa di rintracciare i proprietari dei terreni e di proporgli di cedere la gestione del terreno all’ASFO, rimanendo comunque proprietario, di modo che venga svolto un lavoro unico e più sistematico di pulizia periodica. Siamo fiduciosi e convinti in questo progetto, perché rende il bosco un posto migliore non solo esteticamente, ma anche in termini pratici e di sicurezza. Prove di risultati concreti delle ASFO si possono trovare in Svizzera, Francia e Svezia, dove associazioni di questo genere sono più radicate, mentre in Italia sono arrivate da poco. Attualmente l’ASFO ha in mano la gestione del 50% dei terreni dei privati, mentre un’altra grande porzione è costituita dai cosiddetti “terreni silenti”: sono appezzamenti di cui non si riesce a rintracciare il proprietario, e nella maggior parte in casi il padrone è inconsapevole del possesso, dato che è l’ultimo esponente di lunghe catene di eredità; l’ASFO in tali circostanze, per evitare perdite di tempo, assume automaticamente la gestione del terreno.
Osservando la situazione ambientale attuale, emerge l’aspetto della qualità dell’aria: in uno studio europeo, ISGlobal, pubblicato nel 2021, la città di Varese si è posizionata trentaduesima per la peggiore qualità dell’aria: in quale modo lei, o più in generale la Provincia, si sta muovendo su questo fronte? In che modo si sta approcciandosi alla situazione?
Luvinate, in quanto un piccolo paese, ha un raggio d’azione abbastanza limitato, inoltre è attraversato da una statale, che ovviamente porta dei problemi a livello di inquinamento atmosferico, e inoltre, parlando a livello di Provincia, dal nord di Varese partono dei camion carichi di legna diretti a Sondrio, poiché a poca distanza, più precisamente a Tirano, è presente una centrale a biomassa (ovvero una centrale in cui la legna di scarto viene bruciata per ottenere il calore necessario a scaldare gli edifici circostanti). Il Comune di Luvinate ha attivato un progetto per costruire una piccola centrale a biomassa nel proprio territorio, così detriti che verranno prelevati dal bosco potranno essere utilizzati per scaldare il centro anziani, la scuola materna e quella elementare a km0. Ciò sarebbe assolutamente un grandissimo vantaggio economico, perché si potrebbero sostituire le vecchie caldaie, e soprattutto comporterebbe un evidente aiuto contro l’inquinamento atmosferico, poiché la costruzione della centrale diminuirebbe circa di ottanta tonnellate la produzione di CO².
Arrivando agli atti concreti a favore dell’ambiente, come la mobilità sostenibile e l’utilizzo di risorse rinnovabili, abbiamo osservato per esempio la comparsa dei monopattini elettrici, o gli incentivi per i pannelli fotovoltaici. Potrebbe fornirci un quadro delle intenzioni a questo proposito da parte del Comune di Luvinate?
Ci siamo attivati in diversi modi per combattere questo fenomeno: anzitutto abbiamo in progetto di installare delle ricariche elettriche per le macchine al Parco del Sorriso; poi è stato da tempo attivato il Pedibus, ovvero il progetto che permette ai bambini della scuola elementare, al posto di andare a scuola con un pulmino, di essere accompagnati da alcune insegnanti a piedi o in bicicletta; inoltre la scuola primaria C. Pedotti, oltre ad avere il certificato di Green School, è da ormai anni indipendente elettricamente, grazie ai pannelli solari. Escludendo il progetto della centrale, ritengo che Luvinate si sia attivata, nel suo piccolo, discretamente.
In conclusione, si ritiene soddisfatto complessivamente del lavoro svolto, o ha qualche rimpianto? Più nel concreto: guardando indietro, avrebbe preso qualche decisione differente?
Nel complesso mi ritengo soddisfatto. Ovviamente dal 2017 abbiamo affrontato e tutt’ora stiamo affrontando dei periodi davvero difficili, e molte decisioni sono state prese velocemente, ma nonostante questi avvenimenti drammatici, ritengo che siamo sulla strada giusta. Abbiamo fatto molto, e continuando a insistere probabilmente si otterranno grandi risultati, soprattutto quando il terreno tornerà permeabile. Inoltre i progetti che sono stati attuati o sono sul punto di esserlo daranno un’importantissima svolta e spero che ciò avvenga il prima possibile.
Agata Baroni, Lavinia Fusari e Luca Urizzi
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