In forte aumento l’arrivo di minori stranieri non accompagnati ma l’iter per l’accoglienza è una giungla

Nel 2021 sono stati 9478 questi minori entrati in Italia. Il Comune di Varese ne ha in carico 23. Il tema è stato al centro di un convegno organizzato dal Silp Cgil per fare il punto di un settore che coinvolge diversi enti

Anna Rita Abagnato  segretario generale Silp Cgil

Il fenomeno dell’ingresso dei minori stranieri non accompagnati evidenzia una crescita a partire dal 2019. Quest’anno le statistiche indicano un’ulteriore aumento dovuta alla guerra in Ucraina.  Secondo i dati del Viminale, i minori non accompagnati entrati in Italia nel 2021 sono stati 9478, il più alto degli ultimi 4 anni.
Anche Varese ha conosciuto l’escalation: mentre nel 2019 l’Ufficio immigrazioni della Questura aveva emesso 25 permessi, nel 2021 ne ha rilasciato 130 e 215 nei solo primi 5 mesi del 2022. 

Il Silp Cgil, sindacato italiano dei lavoratori della Polizia, ha organizzato alle Ville Ponti un convegno per fare il punto su un fenomeno complesso, reso ancora più delicato dalla quantità di normative in vigore, a volte in contraddizione tra di loro, dalla mancanza di percorsi certi e univoci e, soprattutto, dalle risorse limitate che spesso condizionano efficaci misure di gestione del fenomeno.

A fare gli onori di casa la segretaria generale del Silp Cgil Anna Rita Bagnato che ha voluto riunire attorno al tavolo i diversi attori coinvolti, ciascuno per competenze proprie,  per avviare un confronto e un dialogo che possa portare alla costruzione di una rete di collaborazioni efficace a gestire il percorso dalla segnalazione iniziale della presenza fino all’affido temporaneo, un iter complicato dall’età dei soggetti coinvolti, dalle indagini necessarie per la verifica dello stato di minore non accompagnato, dalla burocrazia per l’assistenza e l’integrazione. 

A parte la virtuosa esperienza di accoglienza e integrazione messa in campo per i profughi ucraini, sottolineata dal sindaco di Varese Davide Galimberti, esperienza positiva e apprezzata, il settore soffre di una parcellizzazione di leggi e soggetti che complicano il percorso integrato. Spesso, come ha sottolineato anche la funzionaria della Prefettura Laura Brambilla, la mancanza di risposte porta a “scaricare” ogni responsabilità degli enti locali chiamati a trovare soluzioni di accoglienza a proprie spese: « La Prefettura non gestisce direttamente i minori non accompagnati perchè il bando per l’affidamento di strutture di accoglienza è andato deserto. Direttamente, gestiamo una sessantina di minori accolti con i propri genitori».

A dare la fotografia del Comune di Varese è stato anche l’assessore ai servizi Sociali Roberto Molinari che, in un intervento molto pratico, ha sottolineato le difficoltà di accollarsi un compito tanto complesso: attualmente i minori non accompagnati in carico a Palazzo Estense sono 23. 

L’urgenza di avviare un percorso condiviso che contribuisca a definire il modello di presa in carico dei minori non accompagnati, anche in vista di un potenziale aumento di casi, è stata condivisa anche dalle autorità presenti: oltre al Sindaco Galimberti, anche dal Vicario del Prefetto Fabio del Fatti e dal vicario del Questore Carlo Mazza.

Anna Rita Abagnato  segretario generale Silp Cgil

« Il tema riguarda tutti i minori che arrivano sul territorio italiano – chiarisce la segretaria del Silp Cgil Abagnato – sia che scappino dalla guerra come i giovani ucraini, sia dalla fame o dalle angherie di altre parti del mondo. L’iter è uguale per tutti e la definizione definita dalla legge è unica. La normativa impone azioni molto impegnative per chiarire sia l’età di chi arriva spesso senza documenti ( e in genere si tratta di ragazzi attorno ai 16 anni) sia che siano effettivamente soli, cioè non abbiamo parenti che possano provvedere a loro. Con questo convegno vorremmo affrontare la questione in una visione d’insieme per comprendere i motivi di questa tipologia di migrazione , perché dietro all’immigrazione ci sono persone e vite. Il fine è quello di costruire un contesto sociale più accogliente e disposto all’integrazione a prescindere dal profilo del minore, con la prospettiva di un piano di formazione idoneo che comprenda anche, per i minori dai 16 anni, una formazione finalizzata all’inserimento lavorativo così da diventare una risorsa per tutta la collettività».

Il tema, definito da tutti “coraggioso”, pone un problema legato alle “periferie” e all’integrazione perchè si possano avviare confronti costruttivi e non di emergenza. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Giugno 2022
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