Metamorfosi urbana a Varese: il collegio civico “Macchi” a Casbeno ha ricevuto nuova luce dalle Fiamme Gialle
La 62esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi torna a Masnago e racconta la sua parrocchia
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Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
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Metamorfosi urbana, sessantaduesima puntata: il collegio civico “Macchi” a Casbeno ha ricevuto nuova luce dalle Fiamme Gialle
Con la nuova “destinazione d’uso” (Comando provinciale della Guardia di Finanza) è tornato e vivere, dal luglio del 2019, l’edificio sorto a Casbeno nel 1928 per ospitare il Collegio convitto civico “Enrico Macchi”.
Il palazzo di via Pasubio era rimasto inutilizzato dopo aver ospitato il Comando della Polizia stradale e, fino all’autunno del 2013, alcuni uffici della Provincia. Il Convitto fu costruito nel 1928 su progetto dell’architetto Vittorio Ballio Morpurgo, autore del piano regolatore che ridisegnò il centro di Varese e firmatario di altri progetti importanti come quelli del Tribunale e della Casa dei balilla, “disegnata” con il suo allievo Antonino Mazzoni.
Anche per la progettazione del Convitto civico l’archistar dell’epoca si avvalse della collaborazione di un varesino, l’ingegner Mario Cantù, noto per aver progettato anche il Palazzo Verga ed edifici religiosi come i bei campanili di Casbeno e di Cartabbia. Il Convitto civico, da costruire su un terreno sagomato su diverse quote, suggerì a Morpurgo il gioco prospettico dato dalle scalinate, dai muri e dalle terrazze che collegano, attorno al corpo centrale, il giardino, l’orto e l’aia.
L’impianto, che non paga dazio al monumentalismo littorio, richiama piuttosto, nelle linee e delle decorazioni, un barocco “razionalizzato”. Gli ambienti interni furono decorati, come quelli della Casa dei balilla, da Giulio Rosso.
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