Da Parigi a Gallarate, lo sguardo di don Remo Gerolami sulla città
Figlio di friulani emigrati in Francia, abita a Gallarate da quando aveva 4 anni, dal 1940. Ora racconta il borgo e i suoi quartieri con le fotografie, in una mostra aperta fino a domenica
Viali alberati, angeli di pietra, camini in mattoni che fanno capolino dai tetti. È la città di Gallarate ritratta in fotografia da don Remo Gerolami, in mostra alla sede della Pro Loco in vicolo del Gambero, nel cuore popolare del centro storico.
Figlio di emigranti di Pordenone, in Friuli, don Remo è nato a Parigi nel 1936. Gallarate l’ha conosciuta all’età di quattro anni, in circostanze non proprio fortunate: «Nel 1940 è scoppiata la guerra voluta da Mussolini e siamo dovuti fuggire dalla Francia. Lo zio era militare alla caserma dell’aeronautica a Madonna in Campagna e così siamo arrivati a Gallarate». Ha abitato «in una cascina in via Olona», da giovane prete si occupava dello Sciarè, prima ancora che diventasse parrocchia autonoma da Santa Maria Assunta.
Il pannello conclusivo della mostra, che comprende la foto di don Gerolami con il fratello nel 1940 o ’41Appassionato di fotografia, don Remo Gerolami l’ha frequentata in ogni orario e momento dell’anno, cercando anche punti di osservazione elevati per cogliere scatti inediti. Nelle centotredici fotografie in mostra, molte colgono dettagli e particolari che i più faticherebbero a collocare: una lanterna in ferro battuto, un camino con i mattoni che si fanno decorazione, il retro di un palazzo storico. Giocando con i vetri, in particolare dei palazzi anni Novanta, e con i riflessi, costruisce accostamenti insoliti.
Insoliti angoli colti anche dai visitatori della mostra aperta l’8 maggio scorso. «Dalle loro parole deduco che molti, pur passando con frequenza, anche quotidiana, accanto a un certo edificio od opera, dicono: “quella cosa lì non l’hanno mai vista” oppure che la città sembra più bella». Alcuni pannelli accostano le fotografie per nuclei tematici, come l’Arno o i campanili delle chiese, altri invece raccontano una piazza, un pezzo di un quartiere, un viale.
Tra gli scatti più belli quello alla chiesa di Crenna «fotografata dal nono piano di un palazzo in piazza San Lorenzo», con teleobbiettivo spinto al massimo. Alle spalle della chiesa, ritratta in modo nitido, s’innalzano vicinissime le Alpi. «Tanto che qualche visitatore dubitava fosse un fotomontaggio»
La mostra sarà aperta fino a domenica 12 giugno, si visita vino alle 18.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Albi.63 su A Pietro Broggi la borsa di studio della Famiglia Legnanese
Felice su Entro il 2025 Beko chiuderà gli stabilimenti di Comunanza e Siena. A Cassinetta taglierà i frigoriferi: 541 esuberi
malauros su Hanno 15 anni i tre ragazzini denunciati per il rogo all’azienda agricola di Voltorre
elenera su Ritrovato vivo ma ferito il malnatese disperso in Val Grande
elenera su "Non si potrebbe mettere questo cartello in mezzo alla rotonda di largo Flaiano a Varese?"
ccerfo su Don Marco Casale, neo-pastore di Gavirate: insieme è più bello
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.