Processo alla «banda Vasi», a Varese parlano le vittime
Video conferenza dalla Svizzera per il processo che vede alla sbarra in tutto 10 imputati
«Sono entrati con le armi in pugno e ci hanno legati. Poi siamo stati chiusi in bagno e hanno portato via i soldi». Era in video conferenza dalla Svizzera il titolare di un’agenzia cambi che nel pomeriggio di martedì ha raccontato quanto accadeva anni fa nelle zone di confine per quello che le cronache giudiziarie hanno battezzato col nome della «banda Vasi» a cui faceva capo Filadelfio Vasi, capo ultras di Varese, al centro di episodi eclatanti in passato come il tentativo di evasione proprio durante un’udienza in tribunale a Varese.
Arzo, Cantello, Canton Ticino e Varesotto, supermercati e gioiellerie, o agenzia di cambio: luoghi dove circolano i contanti che facevano gola agli appartenenti della banda che eseguivano precisi controlli, scrupolosi appostamenti prima di entrare in azione contro le vittime degli esercizi.
In tutto sono 15 i capi di imputazione fra rapine ed estorsioni che ebbero una battuta d’arresto nel 2011, quando Vasi finì in manette mentre preparava un colpo da consumarsi ad Arona assieme ad alcuni complici.
Nel corso dell’udienza di martedì hanno parlato anche altri due testimoni e vittima di estorsione e il prossimo 8 novembre il collegio di Varese dovrà ascoltare un ulteriore teste mancante.
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