Il prof Paolo Grossi nella squadra dell’Agenzia per le Malattie Infettive: “Non saremo più impreparati”
Nella neonata agenzia voluta dall'assessore al Welfare Moratti si dovrà lavorare per evitare crisi sanitarie come quella vissuta con il Covid. Nel gruppo di 3 esperti infettivologi anche il primario dell'ospedale di Varese
Declinare nel concreto le indicazioni, monitorare la situazione e individuare potenziali minacce: sono questi i compiti che dovranno assolvere i tre esperti di malattie infettive coinvolti da Regione Lombardia nella nuova Agenzia per le Malattie infettive.
IL PROBLEMA DELLA FARMACORESISTENZA
Tra i 3 incaricati c’è anche il professor Paolo Grossi, direttore della clinica di Malattie infettive all’ospedale di Varese e docente dell’Università dell’Insubria. Gli altri due sono Andrea Gori (Policlinico-UniMi) e Giuliano Rizzardini (Ospedale Sacco).
Lo specialista varesino ha anche un ruolo attivo nel Consiglio superiore di sanità dove sta lavorando soprattutto sul problema della farmacoresistenza: « L’Italia è tra i paesi in Europa dove c’è la situazione è più critica – spiega il professor Grossi – peggio fa solo la Grecia. L’uso e l’abuso di antibiotici sono un tema molto delicato che, fino a oggi, ha prodotto molte riflessioni e documenti che non sono stati però applicati. L’Agenzia regionale voluta da Regione e inserita anche nella Legge di Riforma è un segnale chiaro di come si debba intervenire per evitare, in futuro di dover affrontare situazioni critiche come quella che ci ha travolto con il SarsCov2».
UNA NUOVA EMERGENZA SANITARIA ARRIVERA’
La nascita dell’Agenzia regionale è legata proprio a un’esperienza drammatica che la Lombardia innanzitutto, ma tutta l’Italia e il mondo intero hanno dovuto affrontare: « Dobbiamo metterci il cuore in pace. Una nuova emergenza sanitaria arriverà. Noi conviviamo con agenti patogeni, ci sono virus che colpiscono gli animali e altri che sono dannosi per l’uomo. E poi ci sono quelli che possono fare il salto di specie. Il lavoro, a cui sono chiamati gli esperti che lavoreranno nell’agenzia, sarà proprio quello di monitorare la situazione, sviluppare algoritmi che permettano di individuare precocemente le minacce, definirne i contorni, studiare contromisure efficaci».
IL VAIOLO DELLE SCIMMIE E’ ENDEMICO IN ALCUNE PARTI DEL MONDO
Oggi, le cronache raccontano di casi di vaiolo delle scimmie: « Diciamo che la notizia ha avuto anche un’eccessiva eco mediatica – commenta lo specialista – la malattia non è nuova, è endemica in alcune aree e i casi si riscontrano soprattutto tra viaggiatori. Ma non c’è motivo di allarme anche perchè esiste un farmaco per curare i casi più gravi, medicinale già validato sia da Ema sia da Aifa. Con questo non voglio minimizzare: la situazione va seguita e monitorata per prevedere scenari possibili. La cosa che, al momento, è chiara è che i casi si riscontrano soprattutto nella popolazione maschile omosessuale, che si giustifica anche con le modalità di trasmissione del virus».
LA GLOBALIZZAZIONE DEI VIRUS
Il mondo globalizzato, la velocità degli spostamenti e i cambiamenti climatici favoriscono anche l’ingresso di patogeni nuovi: « In Italia abbiamo avuto delle epidemie di Chikungunya e siamo il paese dove è diventato endemico il virus della febbre “West Nile”. Questo è un altro capitolo di interesse per l’Agenzia chiamata a studiare i fenomeni, individuare le linee guida, dare disposizioni perchè le strutture ospedaliere, ma anche territoriali, mettano in campo azioni efficaci e condivise, così da evitare di farci trovare indifesi. SarsCoV2 ci ha colti impreparati, siamo stati travolti da uno tsunami. La Lombardia ha messo in campo le misure migliori per contrastare l’emergenza. Ora non dobbiamo archiviare quanto fatto ma farne tesoro per il futuro. Anche nei laboratori di ricerca si lavorerà per prepararsi a gestire in modo più efficace la nuova minaccia individuando tempestivamente il vaccino o il farmaco».
Il tema che rimane centrale per il professor Paolo Grossi rimane, però, quello della farmacoresistenza: « Questa è la vera emergenza che siamo chiamati a gestire oggi, anche coinvolgendo tutti gli operatori, dall’ospedale al territorio, sui rischi collegati all’abuso degli antibiotici. Con un occhio attento, però, alle novità che si annunceranno all’orizzonte. Perchè di una cosa dobbiamo essere certi: una nuova pandemia arriverà»
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