Rapporto Osservasalute: i lombardi stanno meglio degli italiani, ma il Covid ha modificato alcuni stili di vita

Il rapporto, stilato da 240 ricercatori, considera come sono cambiati alcuni importanti indicatori dal 2007 al 2020. A partire dalla durata della vita media fino al tasso di fertilità e alla spesa sanitaria

Legnano, centro affollato

Fanno più figli della media italiana ma in dieci anni si è ridotto di quasi un quarto il numero di bambini nati. Hanno un’attesa di vita più elevata: quasi 81 anni per gli uomini e 85 per le donne ( contro gli 80 e 84 di media nazionale). Conducono stili di vita migliori: fumano di meno, stanno più attenti alla linea, fanno più sport e usano meno antidepressivi, ma sono più refrattari ai vaccini. 

È questa la fotografia che esce dal Rapporto Osservasalute realizzato dall’Università Cattolica attraverso lo studio effettuato da 240 ricercatori su differenti dati.

Il report affronta lo stato di salute degli italiani negli ultimi 13 anni e, in particolare, valuta gli effetti della pandemia. 

DOPO LA PANDEMIA LA SALUTE E’ PIU’ PRECARIA

«Dopo oltre due anni di pandemia, la salute degli italiani appare sempre più precaria – il commento del  direttore scientifico di Osservasalute Alessandro Solipaca   hanno giocato un ruolo chiave nell’indebolirla diversi fattori, da un lato il fatto che ci si è recati meno alle visite di controllo (con un peso elevato soprattutto sulle cronicità) e specialistiche, dall’altro il peggioramento, per molti versi, degli stili di vita degli italiani “sopraffatti” dalla pandemia: per esempio dal 2019 al 2020 si è assistito a un aumento dei consumi a rischio di alcolici pari al +6,5% per i maschi e al +5,6% per le femmine. Inoltre, complici le chiusure e le restrizioni, è diminuita anche la quota di sportivi regolari. L’emergenza Covid-19 ha avuto un impatto molto forte sulle strutture sanitarie, il rischio del contagio, il rinvio delle attività chirurgiche programmate e di quelle ambulatoriali, la riorganizzazione delle strutture di assistenza e la riallocazione del personale, nonché l’assorbimento pressoché totale delle risorse territoriali nella lotta alla pandemia hanno determinato una riduzione della presa in carico e della continuità assistenziale per i pazienti con patologie acute e croniche, con conseguenze in termini di salute ancora poco conosciute e quantificabili, ma i cui effetti si paleseranno sulla società e sui servizi sanitari probabilmente nei prossimi anni».

In Lombardia, come anticipato, le cose appaiono leggermente migliori

DURATA MEDIA DELLA VITA

La speranza di vita stimata alla nascita, nel 2021, è pari a 80,8 anni per gli uomini ed a 85,4 anni per le donne (valore nazionale: uomini 80,1 anni e donne 84,7 anni). Nel 2020, il Covid ha determinato un netto calo degli indicatori con la perdita di un anno nella media sia maschile (79 anni) sia femminile (84). Un calo recuperato, però, già nel 2021. L’andamento va di pari passo con i dati sulla mortalità che, nell’arco temporale2007-2019, evidenziano una diminuzione che varia tra il 20,5% per gli uomini e il 12,4% per le donne.

LOMBARDI PIU’ ATTENTI AGLI STILI DI VITA

Il miglior stato di salute dei lombardi è collegato a un maggior rispetto degli stili di vita consigliabili: i fumatori ( prendendo a campione la popolazione dai 14 anni in su) sono il 18%, con un trend nel decennio in costante calo ad eccezione della cospicua inversione di tendenza nel 2020 quando si è registrato un aumento del 5,2% dei fumatori.

Dati migliori, rispetto alla media nazionale, anche sul fronte sovrappeso e obesità: un lombardo su tre presenta problemi di chili di troppo ma dal 2020 si nota una tendenza all’aumento, i  lombardi obesi, invece, sono circa il 10,6% e anche in questo caso, il Covid ha inciso profondamente favorendo un aumento del 6% rispetto all’anno precedente.

Uno dei motivi delle condizioni di salute migliori è sicuramente legato all’attività fisica: nella nostra regione 1 lombardo su 4 dichiara di non fare sport e il trend ha registrato un miglioramento dal 2007 al 2020 con una diminuzione di circa il 9% di quanti non sono coinvolti in attività sportive di alcun tipo. Dati migliori, rispetto alla media italiana, anche sul consumo di antidepressivi: l’uso di farmaci  nel 2020 è stato pari a 40,7 DDD/1.000 abitanti al giorno (valore nazionale 43,6 DDD/1.000 ab die). Nel periodo 2007-2020 si osserva un evidente trend in aumento (+43,1%). 

LA SPESA SANITARIA PRO CAPITE IN LOMBARDIA E’ DI 2109 EURO

La regione lombarda, infine, ha offerto, bel 2020, una spesa sanitaria pubblica pro capite di 2109 euro contro la media nazionale di 2065 euro.Un trend in costante aumento con un incremento, nell’anno del Covid, del 15,6% a fronte della crescita dell’11% a livello nazionale. 

PARTI CESARI E INTERVENTI AL FEMORE: LA LOMBARDIA PRESENTA DATI MIGLIORI

I due indicatori “ospedalieri” studiati dai ricercatori confermano una situazione migliore della Lombardia sia per quanto attiene ai parti con taglio cesareo che, nel 2020, sono stati pari a 25,8% (valore nazionale 32,6%) in cal  nell’arco temporale 2007-2020 dell’8,8% (valore nazionale -16,9%); sia per gli interventi chirurgici in seguito alla frattura del collo del femore nei pazienti over 65 perchè 3 pazienti su 4 vengono operati nei tempi indicati dei 2 giorni contro la media nazionale del 71%. Un tempistica che, dal 2007 al 2020, ha avuto un importante miglioramento delle percentuali parti all’82,1% ( ma anche a livello nazionale si sono fatti importanti miglioramenti del 121,5%).

NATALITA’ IN CALO

Tra i dati importanti che sottolinea l’Osservatorio ci sono i nuovi nati. La Lombardia mantiene una situazione migliore rispetto alla media nazionale: il tasso di fecondità totale, nel 2020, è stato pari a 1,27 figli per donna (valore nazionale 1,24 figli per donna) risultando inferiore al livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale.

Nell’arco temporale 2007-2020, si osserva che la ripresa dei livelli di fecondità, in atto fino al 2010, è stata in Lombardia molto più marcata rispetto all’andamento nazionale. Dopo il 2010 i valori, sia a livello nazionale che nella regione in esame, diminuiscono. Considerando l’intero periodo il tasso di fecondità è diminuito dell’8,8% (valore nazionale -11,4%). 

«Vedremo solo con il tempo – prospetta il professor Walter Ricciardi, direttore di Osservaslute e Ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, nonché consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza da coronavirus – gli effetti dello tsunami Covid-19 sulla salute degli italiani e sull’equilibrio del sistema sanitario, senza considerare il profondo impatto che sta avendo e avrà sempre di più in futuro il long-Covid, che colpisce una cospicua quota di guariti, con sintomi persistenti che richiedono di essere monitorati e gestiti.
Gli ultimi dati disponibili mostrano l’Italia prima in Europa con il più basso tasso di mortalità evitabile, infatti il tasso di mortalità evitabile era per quell’anno di 169 per 100 mila abitanti, ma resta da vedere se l’impatto che il Covid ha avuto su salute e comportamenti degli italiani e su efficacia di prevenzione e cura del sistema sanitario ci consentirà di mantenere questo primato per gli anni a venire».

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Pubblicato il 16 Giugno 2022
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