Tensioni nella comunità LGBT varesina a pochi giorni dal Pride

Coinvolti in particolare sono il presidente di Arcigay Giovanni Boschini e il patron del Salotto Vito Lionetti, che è anche vicepresidente dell’associazione Cuori InVersi che promuove la cultura gay e ha sede nel suo locale di viale Belforte

Varese Pride 2019

A pochi giorni dal ritorno del Varese Pride, dopo lo stop della pandemia, e nel pieno della settimana del Pride, che vede diversi eventi già in corso, si registrano tensioni nella comunità LGBT varesina con una serie di botta e risposta sui social.

Coinvolti in particolare sono il presidente di Arcigay Giovanni Boschini e il patron del Salotto Vito Lionetti, che è anche vicepresidente dell’associazione Cuori InVersi che promuove la cultura gay e ha sede nel suo locale di viale Belforte.

Entrambi in pieni preparativi per il pride, previsto per sabato 18 giugno, anzi già impegnati nelle iniziative delle rispettive associazioni nella settimana che lo precede, hanno però preso parte a una querelle che ha reso esplicite le frizioni tra i due, che già da qualche anno covavano. A pochi giorni dall’edizione 2022 di quello che nella città giardino è stato un vero e proprio miracolo, si spera che questo si risolva in poche battute causate dallo stress.

Nella questione, il presidente di Arcigay critica le iniziative dell’associazione Cuori Inversi perchè definite commerciali e fatte “ a spese e sulle spalle del pride varesino” ormai diventato impegnativo anche dal punto di vista economico.

«Oggi il locale Il Salotto mi ha attaccato pubblicamente e il motivo è presto detto: il locale ormai dal lontano 2017 non sponsorizza più il Pride, né le iniziative della comunità LGBTQIA+. Ciononostante continua a venire al Pride a farsi pubblicità, a vendere ingressi sulle sue serate, a lucrare sulla comunità LGBTQIA+ – spiega infatti Giovanni Boschini nel suo post – Addirittura vende del merchandising alternativo del Varese Pride e realizza eventi alternativi della Pride Week con lo scopo di vendere cocktail e guadagnarci, togliendo così anche l’unica fonte di finanziamento che il Pride ha. Arcigay Varese per realizzare questo evento impiega il sudore dei suoi volontari e il sacrificio delle risorse economiche trovate. Non è corretto sfruttare l’evento di un’associazione per guadagnare e non è corretto dipingersi di arcobaleno senza realizzare nulla di fattivo per la comunità perché si chiama rainbow washing».

La risposta a Giovanni Boschini arriva dalla pagina di CuoriInversi In un messaggio firmato da Valeria Brugnoni (Presidente Associazione Cuori InVersi), Vito Lionetti (VicePresidente Associazione Cuori InVersi) e il direttivo: «Il rainbow washing è la pratica di utilizzare (o sfruttare) i diritti LGBTQI+ all’interno della comunicazione senza dare un apporto significativo alla questione. Associazione CuoriInversi e il locale che ospita la sede dell’Associazione, Il Salotto, operano da anni sul territorio di Varese dando un apporto significativo alla questione LGBTQI+, durante il mese del PRIDE e durante l’intero anno con iniziative svolte a sensibilizzare le persone ai diritti e all’altro. Troviamo becero chiedere ad un’altra Associazione no profit (Associazione CuoriInVersi) cifre assurde per la partecipazione con carro alla parata da voi organizzata, motivo per cui abbiamo deciso di devolvere il ricavato delle nostre iniziative per altre situazione di emergenza della nostra comunità. Vi ricordiamo inoltre che le parate del PRIDE non sono di “proprietà” di nessuno se non della gente che con orgoglio che vi partecipa».

In uno dei commenti alla vicenda, ha preso la parola anche un personaggio storico delle battaglie LGBT a Varese fin dagli anni 70, il primo presidente di Arcigay che la città giardino abbia mai avuto: Stefano Spadafora:«Spaccature così se le possono permettere a Roma tra colossi come Arcigay Roma e Nazionale, Mario Mieli e alcuni grossi locali commerciali. Ma persino loro ci rinunciarono da tempo per il bene di tutti – ha sottolineato, in tutta la sua esperienza, Spadafora –  A Varese è come fare in quattro una cardioaspirina, metafora non casuale, perché va tutto a dirompere nel cuore di una comunità già piccola nella sua interezza».

L’ex presidente Arcigay ha anche fornito qualche elemento in più di riflessione, dando il suo parere sulla questione: «Sono sempre per gli incontri viso a viso evitando divisivi scambi sui social – ha infatti aggiunto –  E poco importa chi ha cominciato. Tutto questo è demotivante per chi legge. Vogliamo davvero arrivare al Pride scambiandoci le citazioni in giudizio e creando fazioni che nulla ottengono se non il disorientare chi legge e vorrebbe partecipare a un evento coeso che dimostri a tutti quanto siamo unitə pur nelle diversità.Tener private controversie incomprensibili ai non addetti ai lavori è saggio. Cerchiamo di evitare che ogni tentativo di confronto finisca a borsettate».

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 15 Giugno 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.