Il welfare aziendale dei narcos di Busto Arsizio: vitto, alloggio, auto aziendale e indennità alle famiglie
L'organizzazione smantellata dalla Polizia di Stato di Busto Arsizio pagava di tasca propria anche gli avvocati degli arrestati e provvedeva al mantenimento delle famiglie dei carcerati

Garantivano vitto e alloggio, l’automobile per le consegne e una sorta di trattamento di fine rapporto, insomma un vero e proprio welfare aziendale, i trafficanti di droga arrestati questa mattina dagli agenti della Polizia di Stato di Busto Arsizio che hanno smantellato l’intera organizzazione dedita all’importazione e alla distribuzione di hashish e cocaina.
Da quanto emerso dal lungo lavoro degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Martina Melita, gli spacciatori e i corrieri venivano assunti con precise regole di ingaggio che contemplavano entità dei compensi, compresi “vitto e alloggio”, condizioni e orari di “lavoro”, assistenza legale e “trattamento di fine rapporto” in caso di arresto, fornitura di “auto aziendale” ed erogazione di “finanziamenti” per l’acquisto di beni in Marocco.
Non a caso la Questura parla di organizzazione in stile aziendale del gruppo che era un vero e proprio punto di riferimento non solo per i clienti al minuto ma anche per altre organizzazioni di spacciatori come quelle che agiscono da anni nei boschi della zona.
I promotori e organizzatori del traffico, infatti, erano molto scrupolosi e maniacali nella gestione degli affari, sempre pronti a cambiare auto non appena avevano il sospetto di essere finiti sotto controllo. Non solo: assoldavano corrieri italiani per dare meno nell’occhio ai controlli, pagavano i difensori quando qualcuno di questi finiva in manette e contribuivano al mantenimento delle loro famiglie se incarcerati, fornivano autovetture a nolo o intestate fittiziamente come pure cellulari “dedicati”, monitorando le auto guidate dai corrieri stessi mediante GPS per avere sempre contezza della loro posizione.
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