La battaglia di Stefano Clerici sulla nuova Igiene Urbana: “Il problema è il capitolato”
Promette nuove battaglie in consiglio comunale - e spera di essere seguito dai colleghi di minoranza - il consigliere comunale ed ex assessore all'ambiente Stefano Clerici. Partendo dalla seduta del 26 e 27 luglio

Promette ancora battaglia Stefano Clerici, il consigliere di Varese Ideale che ha già depositato una mozione sul nuovo servizio di Igiene Urbana e che è rimasto curiosamente solo a battagliare nell’ultima commissione ambiente dedicata all’argomento.
Il prossimo appuntamento è il consiglio comunale, previsto in doppia seduta oggi e domani, il 26 e il 27 luglio: «E in quel caso non sarò il solo a parlare, ne sono certo» precisa, facendo intendere qualcosa tra le fila della minoranza.
Il suo “accanimento” sull’argomento ha un doppio significato: uno contingente, legato al suo essere consigliere comunale di minoranza su di un argomento delicato e a cui i cittadini sono fortemente interessati, e un’altro è di storia politica, visto che lui è stato anche assessore all’ambiente negli anni in cui la maggioranza era di centrodestra e il sindaco era Attilio Fontana.
Abbiamo provato quindi ad approfondire con lui quali sono le obiezioni attuali al servizio, cercando di non dimenticare le sue competenze precedenti.
«Bisogna partire da una premessa: il capitolato della gara d’appalto – dice fermamente Clerici – Tutto nasce da li. Quando fu redatto anni fa vennero incaricati degli esperti, che non so chi siano e francamente sono curioso di sapere, i quali però sembrano non essere molto in contatto con la realtà a vedere quello che hanno scritto, a parere mio. Io ora me la prendo con l’assessore attuale, ma so bene che è questa una cosa realizzata da altri: all’epoca a lavorarci fu l’assessore De Simone e il dirigente di allora, che sono tutti cambiati, ma l’amministrazione dal punto di vista delle scelte politiche è in continuità»
Perchè il punto focale è il capitolato? «Perchè se parli con gli operatori della Sangalli ti rispondono: “Noi stiamo applicando ciò che ci dice il Comune”. La scelta di fornire dei contenitori piu piccoli per il ritiro della carta (da 120 litri a 30) è stata fatta dal comune, non dalla Sangalli. Il problema quindi è a monte: la Sangalli sta applicando quello che il comune le ha chiesto di fare. E a questo punto chiedo: perchè sono state fatte queste scelte?».
Entriamo nei particolari delle obiezioni: «Dare alle persone dei contenitori piccolissimi per gestire il rifiuto è metterle in croce, non solo per il cittadino che fa la raccolta differenziata, ma anche per chi raccoglie quei rifiuti, alla fine inevitabilmente disordinati – Spiega Clerici – Se riempi il bidoncino del cartone e hai altro cartone da mettere, finirai per metterlo accanto al bidoncino, che si spargerà o riempirà d’acqua a seconda del meteo, con i problemi di gestione per gli operatori. Alla fine è un modo per mettere impossibile la vita alla gente. E poi: perchè sono stati cambiati i bidoni? Solo per i colori non corretti secondo i dettami dell’unione europea? Ma se da una parte ti dicono di diminuire il rifiuto, perchè poi cambiano tutti i cassonetti? Non si potevano cambiare solo quelli ammalorati?».
Questo per i bidoni. Altro da segnalare? «Se consegni al cittadino 16 sacchetti rossi, che non puoi sostituire, e i ritiri in un anno sono oltre 50, significa che se non sono ancora pieni nel giorno del conferimento non puoi buttarli, ma devi tenerli in casa finchè si riempiono. Perchè? Inoltre, la dimensione dei sacchi è ora di 60 litri contro i 120 di prima, quindi la quantità diminuisce ulteriormente. Ma perchè dovremmo tenerci a casa l’immondizia? Per agevolare la raccolta differenziata davvero, è meglio dare un numero di sacchetti congruo. Morale, la mia richiesta è: visto che si paga un servizio, che sia un servizio adeguato, per sacchetti (consegnati almeno uno per ogni ritiro) e bidoni, che devono al massimo essere “solo” la metà perchè il problema è che spesso si sono ridotti a un quarto».
“NON SI POSSONO RIDURRE I RIFIUTI”
In commissione, ha mostrato perplessità persino sulla possibilità concreta di riduzione dei rifiuti, che è un obiettivo addirittura europeo. Come mai? «Per quanto riguarda l’obiettivo della riduzione dei rifiuti io sono anche d’accordo, ma è il mondo che va nella dimensione opposta: l’obsolescenza programmata degli elettrodomestici è un fatto, per esempio. E non credo nemmeno nei numeri che mi sono stati forniti: se vogliamo dirci che i varesini sono diventati virtuosi in sei mesi, diciamocelo pure, ma io non penso sia stato davvero possibile. Non ci credo che in due mesi di servizio effettivo i varesini abbiano cambiato modo di fare raccolta differenziata. La cosa mi sembra improbabile e i dati mi sembrano un po’ aggiustati».
Non è un po’ pessimista, per essere stato un assessore all’ambiente?
«Quando ero assessore all’epoca era sotto il 60%, ora siamo oltre il 70%. Col tempo si riesce a migliorare: si può arrivare anche all’80%, per carità, ma è un percorso graduale. Senza essere ideologici, ci vuole un lavoro nel medio termine per aumentare la raccolta differenziata. Inoltre, ridurre il rifiuto in senso assoluto mi sembra davvero difficile, se questa riduzione non è data dalla situazione contingente e dalla necessità di risparmio. Se ho meno soldi compro meno prodotti e faccio meno rifiuti, ma solo finchè non avrò di nuovo i soldi. Una famiglia di tre persone che viene riempita di plastica e imballaggi ai supermercati, non se li può mangiare. L’opera di sensibilizzazione dovrebbe essere fatta nei confronti dei supermercati, più che dei cittadini, per ridurre i contenitori o renderli biodegradabili».
L’opinione di Clerici fa in questo modo trasparire, senza esprimerla, la sua opinione sulla raccolta differenziata: che essa è solo un modo diverso di produrre rifiuti, più “ordinati” per materiale, che un modo per ridurli, reimmettendo quei materiali nel ciclo produttivo e, quindi, togliendoli dalla definizione di rifiuti.
“LA PIATTAFORMA ECOLOGICA APRE MENO ORE”
La piattaforma ecologica è uno dei punti che ha subito i maggiori cambiamenti, che non sono peraltro ancora finiti secondo gli ultimi annunci. Ma anche su questo Clerici ha obiezioni, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità all’utenza domestica, cioè il cittadino semplice e non commerciale, della struttura.
«Tengo a sottolineare i tempi ridotti del nuovo servizio per l’utenza domestica, che si ritrova ad avere meno tempo per consegnare i rifiuti in piattaforma. Solo cinque ore, tutte nel pomeriggio, è un modo per disincentivare il cittadino».
L’orario di apertura della struttura di via dell’Ecologia è infatti cambiato, dividendo le ore disponibili all’utenza non domestica con le ore disponibili all’utenza domestica: a quest’ultima sono dedicati tutti i pomeriggi, dalle 13 alle 18, oltre al sabato (dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 18) e la domenica (dalle 7 alle 13), giornata in cui prima non era possibile entrare. «La domenica di apertura aggiunta in più non basta – Sottolinea però Clerici – Perchè in tutto sono 14 ore in meno alla settimana di apertura». (Per la cronaca, con Aspem e ACSM AGAM Ambiente gli orari erano su sei giorni la settimana, domenica esclusa, e andavano dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18.45, cioè in tutto 51 ore e rotti, senza però distinguere tra cittadini e operatori commerciali, i quali con la gestione Sangalli vengono accolti solo la mattina, dal lunedi al venerdi dalle 8 alle 12. A nostro calcolo, le ore in meno disponibili ai cittadini sono “solo” 11, posto il fatto che sono “spalmate su orari e giorni differenti)
IL LAVAGGIO STRADALE
Per quanto riguarda il lavaggio stradale: «Mi hanno già detto che fanno sia spazzamento che lavaggio delle strade, ma io questo lavaggio non lo vedo, e il centro storico è indecoroso. Se nel capitolato non è previsto che si faccia una modifica».
Di fronte a questo servizio, una curiosità sorge però spontanea: Ma cosa succedeva quando era assessore? si ricorda? «Allora la pulizia stradale non si faceva – ammette Clerici – Io l’avevo chiesto più volte e solo dopo si era sbloccata, portandola però avanti di proroga in proroga».
I MANCATI RITIRI
«L’ultimo problema grosso che non è stato risolto sono i mancati ritiri – conclude Clerici – L’amministrazione e la Sangalli negano, a me però sembrano evidenti, visto che non faccio altro che ricevere segnalazioni. Ci sta che in questa prima fase qualcuno non abbia letto bene il nuovo calendario e sbagli, però non è solo questo il problema. Purtroppo ci sono delle zone dove oggettivamente i ritiri mancano: è una situazione che va gestita meglio, ma innanzitutto bisogna ammetterla. Inoltre, prima gli operatori iniziavano di notte il ritiro, mentre ora lo iniziano di giorno, col risultato che di giorno restano i sacchi. Insomma va studiato meglio il problema, per poterlo risolvere».
Il consigliere ammette: «L’assessore sta cercando delle soluzioni, lo riconosco, e sta gestendo una situazione che non ha messo in piedi lei». Dopodichè: «Facciamo in modo di mettere tutti in condizione di farlo serenamente. La Tari i cittadini la pagano e anche più salata quest’anno: perciò il servizio deve essere migliore dell’anno scorso».
LA CONCLUSIONE: “TUTTO SI PUÒ MIGLIORARE, CON BUONA VOLONTÀ E UMLTA'”
«Il capitolato del 2017 è un testo importante che forse bisognava guardare meglio, a partire da noi consiglieri – Conclude Clerici – Delegare sempre ai tecnici non è giusto: il ruolo politico e la responsabilità coi cittadini dobbiamo averla noi. Hanno sbagliato ad impostarlo cosi, ma con buona volontà e umiltà si può migliorare. È tutto perfettibile, se si accettano le segnalazioni: anche dall’opposizione, considerato che derivano dai cittadini. Spero ci sia volontà di approvare la mia mozione: spero sia giunta umile e dimostri di collaborare con noi per il bene della città come più volte ha detto».
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