L’intelligenza artificiale ha superato quella umana?
Per approfondire il tema abbiamo sfruttato gli interventi di alcuni esperti ad un recentissimo evento, dedicato all’evoluzione dell’intelligenza artificiale.
Le parole di Blake Lemoine, ingegnere di Google sospeso ha causa delle sue vedute, hanno gettato ombre e riaperto le discussioni sul tema “intelligenza artificiale e autonomia delle macchine. Secondo lo studioso, uno dei BOT di proprietà dell’azienda americana si è dimostrato “senziente”, capace quindi di pensare in maniera autonoma senza necessità dell’aiuto umano. Si tratta di un tema che da sempre ha affascinato l’uomo come dimostra Isaac Asimov che nel 1950 scrisse “Io Robot”, un racconto avveniristico che anticipava la nostra quotidianità.
Affermazioni che hanno provocato una spaccatura all’interno dell’opinione pubblica tra, chi da un lato sostiene la visione di Blake Lemoine , e chi invece ritiene le sue dichiarazioni insensate e prive di alcuna base scientifica. All’interno di uno scenario di questo tipo, è molto difficile per l’opinione pubblica capire quale tra i due schieramenti di pensiero ha ragione, questo anche perché non esistono prove scientifiche che possano decretare come assolutamente vera una o l’altra posizione.
Per approfondire il tema abbiamo sfruttato gli interventi di alcuni esperti ad un recentissimo evento, dedicato all’evoluzione dell’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale è senziente? La parola degli esperti
In occasione del LOOP Q Prize Award, manifestazione che premia i talenti delle università d’Europa che si sono distinti nel campo dell’intelligenza artificiale, sono intervenuti alcuni tra i principali esperti in materia con l’obbiettivo di mettere ordine e rendere il tema più comprensibile anche ai meno navigati.
Per dovere di cronaca, segnaliamo che che a vincere il primo premio è stato l’italiano Diego Biagini, dell’Università di Bologna, che ha presentato il progetto migliore, secondo la giuria del premio. Intervento di grande spessore è stato quello di Patrick Ehlen , Chief AI Advisor di Loop AI Group e Vice Presidente AI di Uniphore, ovvero uno dei massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale.
Il tema principale di discussione era la possibilità di considerare o meno l’intelligenza delle macchine autonoma dagli uomini, e quindi senziente. Lo studioso ha cercato di offrire agli spettatori una prospettiva diversa, sostenendo che la domanda da porsi non era tanto se l’intelligenza artificiale fosse o meno già indipendente dagli esseri umani, ma piuttosto se questa caratteristica potesse essere esclusa a priori con certezza. Per veicolare il suo messaggio Ehlen ha poi portato al pubblico un esempio curioso.
Uno scienziato nel suo lavoro può incorrere in due tipologie di errore: quello di considerare esistente un fenomeno non veritiero, oppure l’esatto opposto, quindi non considerare un fenomeno reale. Questa possibilità di “fallimento”,
costringe l’essere umano a ragionare. Può capitare ad esempio che un uomo, in mezzo alla giungla, nel corso della notte si imbatta in due elementi luminosi; facendo una breve riflessione quelle due luci potrebbero essere il riflesso del chiaro di luna, oppure gli occhi di una tigre in agguato. Tratte delle prime conclusioni, l’uomo potrebbe optare per la strada del pericolo, e quindi abbandonare il luogo, oppure escludere la possibilità di una presenza della tigre e avvicinarsi. In entrambi i casi è presente il rischio di aver fatto la considerazione sbagliata: da un lato si tratterebbe di eccesso di prudenza, dall’altro di sottovalutazione del rischio con la conseguente possibilità di venire sbranato.
Una lunga riflessione, quella dell’esperto, per portare gli ascoltatori a considerare un determinato tipo di approccio alle incertezze e replicabile in tutti gli ambiti, costituito da tre fasi: individuazione del problema, valutazione del pericolo e individuazione delle possibili soluzioni.
Cosa è la “singularity” tecnologica
Il tema dell’Ai è strettamente relazionato con il concetto di “Singularity”, ovvero la proprietà delle macchine di operare in maniera totalmente autonoma senza dipendere dai comandi dell’uomo. Il dubbio che gli studiosi si pongono è quello se si è gia raggiunta o meno la cosiddetta “singolarità”. Ad intervenire su questo tema, durante il Loop Q Prize Award è stato invece Davide Casaleggio , CEO di Casaleggio Associati, grande conoscitore del mondo AI.
Secondo Casaleggio, la cosiddetta “Computer Singularity” è già realtà in diversi ambiti. Un esempio estremamente comune è quello del navigatore supportato dai telefoni cellulari: quando ci si affida alla sua scelta, senza discuterla o metterla in dubbio, allora in quel momento la macchina diventa autonoma, poiché ha deciso senza alcun aiuto umano.
Uomo e intelligenza artificiale possono convivere?
Ad oggi non sono disponibili strumenti in grado di valutare in modo inequivocabile le effettive capacità delle macchine. Nonostante questo non bisogna trascurare l’argomento, ma è necessario mantenere elevato il livello di attenzione in modo da non essere impreparati quando un tema per ora “futuro” diventerà il presente a tutti gli effetti. Bisogna però evitare un errore, quello cioè di affrontare questo delicato argomento con posizioni pregiudiziali, perché il vero obiettivo non è far prevalere una delle due forme di pensiero sull’altra, ma trovare un modo perché la loro coesistenza sia la più funzionale possibile. Sembrerebbe la soluzione più logica, forse per questo sarà la meno probabile.
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