Nel supercondominio di Sant’Anna a Busto Arsizio spese folli per il riscaldamento: “Qualcuno ci aiuti”

Nelle scorse settimane una sentenza del tribunale ha confermato che i residenti del "Villaggio Sant'Anna" non possono scollegarsi dal riscaldamento centralizzato ma le spese sono diventate insostenibili

sant'anna busto arsizio

Nei giorni scorsi una sentenza della sezione civile del Tribunale di Busto Arsizio ha stabilito che il complesso di palazzi di Sant’Anna, noto come Villaggio Sant’Anna, è un supercondominio e che il riscaldamento generato dalla centrale termica che rifornisce il quartiere di calore è una parte comune di questo complesso di 30 palazzi.

Il rione di Sant’Anna è un supercondominio, lo stabilisce il Tribunale di Busto Arsizio

La sentenza non ha mancato di generare polemiche e malcontento tra molti residenti di questo complesso per via delle bollette salatissime che alcune famiglie sono costrette a pagare. A capo di questa protesta c’è sempre stato Franco Cascio, pensionato che vive a Sant’Anna da molti anni e che spesso si è trovato quasi solo nell’affermare che quello di Sant’Anna non è un supercondominio: «Le sentenze si rispettano ma si possono non condividere. Io e altri abbiamo provato a mettere sul tavolo del giudice la documentazione che prova che la centrale termica ha una proprietà e quella è Aler ma non siamo stati ascoltati».

Cascio da tempo si è distaccato dalla rete del riscaldamento grazie ad un impianto che riscalda tramite l’elettricità generata da pannelli solari che ha installato sul tetto del condominio dove abita: «La mia è innanzitutto una scelta di sostenibilità ambientale. Era l’unico modo per uscire dalla rete di sottostazioni che alimentano il calore in questi edifici. Abbiamo chiesto molte volte all’amministratore di mettere i contacalorie nelle case, come impone la legge, ma a parte qualche sperimentazione non è mai stato fatto nulla col risultato che qui ci sono famiglie che pagano spese di riscaldamento spropositate per ritrovarsi al freddo in inverno».

La prova ci arriva da Sara che vive in un appartamento di 96 mq con marito e figli: «Nell’inverno passato, per riscaldare una casa di 96 metri quadri con un riscaldamento a pavimento, abbiamo speso la bellezza di 2600 euro perché erano stati preventivati gli aumenti del gas . Anche dopo aver pagato tutti i bollettini, ci ritroviamo con un saldo di gestione precedente di -500 euro. Quindi a conti fatti, per riscaldare una casa in classe energetica G, abbiamo speso più di 3100 euro. Da notare anche il fatto che le utenze come acqua calda o gas per la cucina non sono inclusi».

Sara ora teme per il preventivo per la prossima stagione invernale, 2022/2023 che è di 3840,45 euro: «Ora la mie domande sono: il tribunale che ha emesso la sentenza sfavorevole alle famiglie che vorrebbero staccarsi dal supercondominio, ha valutato che ci sono persone nel villaggio che vivono con una pensione di neanche 1000 euro? Come possono pagare così tanto? Nel caso le famiglie non riescano a pagare i bollettini per il riscaldamento, è prevista la riscossione forzosa del credito da parte del supercondominio. Chi pagherà i debiti insoluti? Nel caso alcuno decidessero di staccarsi dovrebbero comunque pagare una percentuale altissima per le spese del supercondominio stesso. Se siamo costretti a stare in un supercondominio non dovrebbero esserci delle tutele per i proprietari? Perché nessuno in ambito politico o amministrativo si interessa di centinaia di famiglie, che in Lombardia, spendono tutti gli anni cifre per poter riscaldarsi come se abitassero in Antartide?».

Conclude con un appello a Comune e Regione perchè venga preso in considerazione il problema: «Sarebbe produttivo se la nostra situazione venisse presa in considerazione. Dato che sui media o altri mezzi di informazione, il caro bollette è di dominio pubblico e oggetto di servizi o articoli quotidianamente. Qui in Lombardia, al villaggio Sant’Anna, ci sono famiglie che pagano il triplo rispetto alla media regionale per non avere la casa ibernata in inverno. Famiglie che spendono migliaia e migliaia di euro per riscaldare degli appartamenti, manco fossero delle ville di oligarchi. Il tutto senza prospettive di miglioramento e nel disinteresse generale della città, della provincia e della regione. Sarei molto lieta nel caso decideste di rivolgere l’attenzione sulla nostra situazione e sono disponibile per ulteriori dettagli o chiarimenti».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Luglio 2022
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