Otto proposte dal Partito Democratico per rimediare ai lunghi tempi d’attesa della sanità pubblica
Soluzioni che elimino le difficoltà di accesso alle prestazioni specialistiche del servizio sanitario regionale
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Per andare incontro ad una soluzione pratica che rimedi ai lunghissimi tempi d’attesa che ormai caratterizzano la sanità lombarda, il Partito Democratico della Lombardia ha avanzato otto proposte e iniziato una raccolta firme tra i cittadini, come hanno spiegato questa mattina in conferenza stampa il consigliere regionale, e capogruppo in commissione sanità del Pirellone, Samuele Astuti e il segretario provinciale del Pd di Varese Giovanni Corbo.
“C’è un iniquità nel trattamento del sistema sanitario, che tocca sia termini etici che, naturalmente, di salute: laddove c’è esigenza di un’analisi rapida, se si protrae troppo il tempo di attesa, può diventare un problema serio – afferma Corbo – Un altro aspetto da evidenziare è il fattore psicologico, poiché chi ha necessità di una determinata prestazione e gli viene differita, può essere sottoposto a profondi stati di ansia, deleteri per la salute. Sono situazioni che non possono essere più tollerate“.
Otto proposte, prosegue Corbo, che vanno a risolvere non un problema politico, ma problema sanitario “che hanno ben chiari anche gli amministratori di centro destra, ci teniamo a evitare ogni strumentalizzazione, quindi ci aspettiamo che il governatore Fontana e la giunta di centrodestra ci diano risposte altrettanto chiare e concrete. Organizzeremo anche in provincia di Varese, come in tutta la Lombardia, gazebo e banchetti nelle nostre feste e nelle comunità in cui ci sono i nostri circoli. Ciò che vogliamo è che la difficoltà di accesso alle prestazioni specialistiche del servizio sanitario regionale possa essere scardinata.”
Tra le otto proposte, anche quella di realizzare 500 Case di comunità, capaci di alleviare gli ospedali anche da una parte della diagnostica, la realizzazione dell’agenda unica per le prenotazioni tanto nel pubblico quanto nel privato e la previsione che se un ospedale non riesce a rispettare i tempi richiesti dalle prescrizioni dei medici, al paziente vengano garantite le prestazioni come se fossero fatte a pagamento, ma a carico della sanità pubblica.
“I dati rilasciati da ASST Sette Laghi sono allarmanti: per una mammografia i tempi di attesa arrivano fino 194 giorni, le visite d’urgenza dovrebbero avere un limite di 72 ore di attesa, mentre ora si parla di circa 13 giorni, un altro esempio è l’ecografia all’addome, che per le urgenze arriva a 123 giorni di attesa – racconta Samuele Astuti – Quello delle liste d’attesa è il campanello d’allarme più grave rispetto al malfunzionamento del sistema sanitario. Liste lunghe per un sistema iniquo: ho recentemente parlato con un signore che necessita di un’ecografia alla vescica con urgenza, ma nel momento di prenotare la visita gli è stato detto di riprovare a settembre. Lui può permettersi di pagare e usufruire della sanità privata, ma come dovrebbe fare chi non può permetterselo?”
E conclude: “Ci tengo a sottolineare che il problema delle liste di attesa non è responsabilità del personale sanitario, che ha lavorato e sta lavorando in condizioni difficili e già al limite delle proprie possibilità. È una questione di organizzazione, e spetta alla Regione”.
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