Tra porridge e croissant, viaggio negli alberghi varesini che accolgono i canottieri

Dal colle Campigli alla Schiranna passando per viale Borri per scoprire la vita quotidiana dei team ospiti in città

Alberghi e canottaggio

Se in quesi giorni a Varese ascoltate diverse lingue o vedete correre giovanotti e giovanotte ben piazzati, il motivo è alla Schiranna: i campionati mondiali under 19 e under 23 di canottaggio, che si stanno svolgendo nello specchio del lago di Varese proprio in questi giorni.

Un evento che, seppur discretamente e senza troppo clamore si “fa vedere”anche in città, a causa dell’alto numero di persone coinvolte, che hanno letteramente riempito tutti i posti disponibili nelle strutture alberghiere non solo del lago, ma anche dell’intera città.

Ma che tipo di turismo è legato al canottaggio? Cosa cercano, cosa fanno? abbiamo provato a chiederlo a qualcuno degli albergatori coinvolti.

AL PALACE, DOVE SI TROVANO ATLETI AL TOP E TURISTI “NORMALI”

All’Hotel Palace, sul colle Campigli davanti ad una splendida vista sul lago di Varese, ci sono due squadre una delle quali tra le più blasonate: «Qui noi abbiamo i team della Nuova Zelanda e dell’Irlanda, in tutto circa 90 persone – spiega Guido Torri, direttore dell’hotel – In realtà sono habituè della struttura, vengono almeno una volta all’anno anche solo per allenarsi».

Si tratta di squadre di alto livello, e quindi esigenti: «Hanno uno schema pazzesco: con linee guida nutrizionali, orari, richieste specifiche. Cominciano a fare colazione dalle sei fino alle nove e vanno tutto il giorno avanti e indietro, in un trattamento di pensione completa».

All’hotel Palace non ci sono però solo squadre: «Con loro in questi giorni convivono i clienti “normali”: i canottieri viaggiano con un mood tutto loro, fanno quello che devono fare per tenersi in forma: così, li si può facilmente vedere nel prato davanti all’Hotel a fare stretching, per esempio. Hanno tabelle di lavoro e a questo si adeguano. Ai clienti tradizionali questo però non preoccupa: loro durante il giorno fanno le gite classiche come Sacro Monte, Lago Maggiore, lago di Como, Milano, e tornano solo la sera».

Alberghi e canottaggio

ALL’HOTEL UNGHERIA, DOVE CONVIVONO PICCOLE SQUADRE E PARENTI TIFOSI DELL’ULTIM’ORA

Anche all’hotel Ungheria di viale Borri sono ospitate due squadre, anche se più piccole: quelle di Taiwan e di Israele. E per questo non è difficile trovare atleti che al tramonto percorrono la grande via di accesso alla città.

Paesi lontani geograficamente e per cultura dall’Italia, ma che non sono difficili da accontentare: «In realtà non abbiamo dovuto fare niente di molto diverso dal solito, se non anticipare il momento del breakfast: per agevolarli diamo possibilità di fare la colazione fin dalle 5 e mezza, sei del mattino – spiega Simone Segafredo – Il team di Taiwan è molto giovane: sono molto tranquilli, anche se ragazzini non sono caciaroni e sono molto ligi alle regole. Per il cibo non hanno avuto richieste precise: la colazione continentale va bene e apprezzano il cibo italiano. Abbiamo preparato loro anche una sorta di take away, abbiamo dato loro il necessario per farsi dei panini da portare via, della frutta, che hanno gradito. Invece il croissant abbiamo dovuto spiegarglielo, per loro era una novità».

Il vero problema: «È la lingua: solo due su nove parlano inglese, nel transfer serale al ristorante abbiamo provato a fare conversazione ma non è stato possibile»

All’Hotel Ungheria non ci sono solo squadre però: «Le ultime prenotazioni che abbiamo raccolto, in questi giorni, erano di genitori di giovani atleti: statunitensi, australiani o nord europei. Con lo loro l’accoglienza è più semplice e standard, perchè la loro è una giornata più turistica in senso stretto: il primo consiglio che abbiamo dispensato, per esempio, è stato quelli di andare al sacro Monte, per godersi il borgo e prendere un po’ di fresco. Certo, gli statunitensi arrivavano dalla Florida, per loro il caldo dei giorni scorsi era normale…»

ALL’HOTEL VECCHIA RIVA,  DOVE IL TEAM POLACCO RIEMPIE L’ALBERGO E GLI SPETTATORI PRANZANO

Di fronte al lago di Varese gli hotel sono richiestissimi dai teams perchè logisticamente strategici: non è un caso quindi che siano stati i primi ad essere prenotati. È il caso, per esempio, dell’Hotel Vecchia Riva, che è stato letteralmente “conquistato” dalla nazionale polacca: «Sono circa una cinquantina, è uno dei team più grossi ed è nostro cliente da tempo: quando hanno manifestazioni importanti, vengono da noi» spiega Mauro.

Uno dei primi vantaggi di alloggiare proprio davanti al campo di gara è poter fare la colazione più tardi: «La fanno alle 7 e mezza – otto, ed è una delle nostre normali colazioni, solo con qualche cosa in più: aggiungiamo alle usuali uova sode anche le uova strapazzate, mettiamo anche il porridge nel buffet. Per il resto è tutto uguale: succhi, caffetteria… il cappuccino è molto gradito».

Alberghi e canottaggio

Per il resto: «Non hanno particolari richieste e noi ci limitiamo a menu semplici, sportivi, non troppo pasticciati: sapendo che preferiscono la pasta al riso, e che poi carne e pesce non devono mancare. A causa del caldo, il team ha portato con se anche una piccola piscina: serve per raffreddare gli atleti nelle giornate troppo calde».

Naturalmente, il consistente team riempie tutto l’hotel, che quindi non è disponibile per altri turisti. Ma al Vecchia Riva, come al Mariuccia che gli sta di fianco, c’è il ristorante. «Qui vengono gli spettatori, ce ne sono ogni giorno: ieri abbiamo avuto ospiti un gruppo di 30 australiani».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Luglio 2022
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