“Basta morti sul lavoro”

Il PCI chiede una norma per il reato di omicidio sul lavoro. Nel primi sette mesi del 2022 sono morti 915 lavoratori, 479 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade

Fiaccolata per i morti sul lavoro

Nei primi giorni di agosto ci sono già stati tre morti sul lavoro. “Nel solo mese di luglio i morti per infortunio nei luoghi di lavoro risultano essere 86. Quasi tre ogni giorno, domeniche comprese. Stiamo assistendo a un crescendo spaventoso. E a un silenzio soffocante. Non si può far finta di niente e non notare che, nella bagarre preelettorale non si trova nessun accenno a questa carneficina. C’è di tutto ma questo no”.

La federazione di Varese del PCI prende una posizione netta su un tema drammatico come gli infortuni sul lavoro.

“Nei giorni scorsi – scrivono in una nota – abbiamo protocollato la richiesta perché nel prossimo consiglio comunale di Grantola, Bisuschio, Arcisate, Somma Lombardo, Cardano al Campo venga messa all’Ordine del Giorno la creazione di una commissione di lavoro tra amministrazione comunale, parti sociali, Inail e ispettorato del lavoro atta allo studio di programmi di intervento e controllo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del territorio e che si investa in tecnologia rivolta a evitare incidenti e malattie dove si lavora, che si promuova vera formazione, che ci siano sanzioni reali per chi non adempie alle regole, che si istituisca il reato di “omicidio sul lavoro”.

Nei luoghi di lavoro ci si infortuna, ci si ammala, si continua a morire in un crescendo che non ha nulla di normale. Evidentemente, ostentando una sostanziale indifferenza, in troppi credono esistano cose più importanti della salute e della vita di chi lavora ritenendo sufficiente qualche dichiarazione con frasi convenzionali fini a sé stesse utili a “lavarsi” la coscienza.

Bisogna tenere presente che dall’inizio di quest’anno al 1 agosto compreso, come riporta l’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Carlo Soricelli che considerare tutti i lavoratori deceduti e non solo gli assicurati INAIL, “sono morti 915 lavoratori, 479 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade.”

Le morti sul lavoro sono troppe per poter pensare che sia solo tragica fatalità, distrazione o, forse, qualcosa per la quale non deve esistere né responsabilità né colpevolezza. I responsabili e i colpevoli, invece, esistono eccome. Solo che, spesso se non sempre, non vengono puniti anche a causa di una legislazione “morbida” e di una giustizia “lenta” che garantiscono impunità e prescrizione.

Invece di aumentare le spese militari, invece di dilapidare i nostri soldi in armi e guerre, si spendano le risorse necessarie perché il lavoro sia effettivamente sicuro, meno faticoso, giustamente retribuito. Così come è scritto nella nostra Costituzione”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Agosto 2022
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