L’inclusività che funziona: l’esperienza del campo estivo Il Riflesso del Lago
Nessun animatore, solo educatori professionali a gestire il Centro estivo di Padanassistenza, programmato con spazi, attività e gite adatte a tutti i bambini che lo frequentano
«Se il Campo estivo non è adatto ad accogliere una disabilità, significa che il progetto va rivisto per renderlo più inclusivo, senza respingere nessuno».
Questo lo spirito che anima Il Riflesso del Lago, il campus proposto per il secondo anno di fila dalla cooperativa sociale Padanassistenza nell’ampio spazio verde de La Sorgente di Cassano Valcuvia.
«Ci impegnano per far trascorrere un’estate divertente ai ragazzi, con serenità per le loro famiglie e l’inclusività è un valore, una priorità per noi. Purtroppo però dai colloqui coi genitori ci accorgiamo spesso di quanto non sia altrettanto diffuso», afferma la coordinatrice Francesca Magno, citando le difficoltà denunciate da Spazio Blu Autismo in questo articolo, e l’aumento del 20% delle denunce di esclusione dai centri estivi per i bambini lombardi con disabilità in questo 2022 denunciate dall’associazione Ledha.
IL PERSONALE FORMATO
L’inclusività è stata da subito uno degli obiettivi primari del progetto, nato due anni fa dalle esigenze raccolte dalle educatrici di Padanassistenza durante gli ultimi complicati anni scolastici: «I bambini, tutti, dopo i lock down e le quarantene, hanno un grande bisogno di stare insieme e di entrare in relazione ma non di rado si rende necessaria la mediazione di un adulto competente», racconta Magno sottolineando come Padanassistenza, anche per il personale del centro estivo si affida solo ad educatori specificamente formati ed esperti (non animatori), che lavorano con i bambini tutto l’anno.
LA PROGRAMMAZIONE INCLUSIVA
Il campo estivo viene organizzato a partire da aprile con i primi contatti con le famiglie. Attività e spazi vengono progettati a misura perché siano in grado di accogliere tutti i bambini che contattano la cooperativa. «Ci sono poi esigenze particolari e in quel caso la programmazione parte dall’osservazione del bambino nei diversi contesti in cui vive le relazioni con gli altri, a scuola o in ambiente sportivo – spiega Magno – Nel caso poi di disabilità particolarmente gravi si valuta con la famiglia la possibilità di un educatore ad personam».
«Ci sono capitate però famiglie che arrivano da noi a fine maggio o anche a giugno inoltrato perché il loro bambino con disabilità è stato respinto in altri centri o oratori estivi perché non idoneo. Concetto questo terrificante – afferma la coordinatrice del Riflesso del Lago – i bambini sono i bambini, semmai può capitare che sia il contesto a non risultare idoneo, e allora si lavora sul campo estivo per renderlo più accessibile».
Accade con gli spazi e con i giochi, ma anche con le attività e le gite proposte: Siamo andati per esempio tutti quanti a giocare a paintball, che non è un gioco di guerra per annientare i nemici ma un gioco di squadra, con le sue regole da rispettare, per divertirsi con gli avversari in spazio aperto – racconta la coordinatrice – e quando il trasporto o la meta risultavano difficoltosi per qualcuno abbiamo ospitato delle attività alle Sorgenti, come l’anno scorso il tiro con l’arco o addirittura gli animali di una fattoria».
Il risultato è un campo estivo ricco di esperienze per tutti, un viaggio attraverso i continenti rappresentati ciascuno dalle diverse aree del grande spazio verde in cui tutti i bambini possono trovare svago, relazioni e serenità:gli obiettivi del Campo Estivo.
“Il Riflesso del Lago”, campo estivo tra sport, gioco e avventura
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