A Orino non siamo isolati e per muoversi aiuta anche la fantasia
Le riflessioni di Federico Raos rispetto alla mobilità: "ho imparato a non dare più niente per scontato e ad andare oltre le pigre abitudini consolidate da anni"
Caro Direttore,
la bella lettera di Tomas Miglierina che hai pubblicato oggi in prima pagina (si dice così anche per i giornali web?) mi ha entusiasmato.
Mi ci sono ritrovato al 1000 per 1000 perché ho riconosciuto la mia esperienza di pendolare Insubre tra Varese e Como e ricordato tutta la mia gioia nell’attraversare la frontiera ammirando un paesaggio verdissimo, fino ad allora in parte sconosciuto, viaggiando quotidianamente con il (pur costoso) TILO.
Andavo al lavoro lavorando in treno ma sentendomi, per qualche istante, in vacanza dall’altra parte del mondo. E invidiavo tremendamente quel dottorando di ricerca di Casciago che faceva il mio stesso percorso ma con in più un monopattino elettrico per raggiungere il suo laboratorio di Fisica dall’altra parte di Como.
Dopo di che è arrivato il lockdown e la mobilità si è necessariamente ridotta al lumicino.
Però poi l’anno scorso, complice un incidentino di percorso e la necessità di riprendere a camminare in modo strutturato, ho imparato a non dare più niente per scontato e ad andare oltre le pigre abitudini consolidate da anni.
Un mattino di primavera mi sono chiesto: ma sei sicuro che Orino (o un qualunque altro paesino simile) è isolata e che per muoversi bisogna avere la macchina o usare l’autobus della Castano? Quanto tempo si impiega per raggiungere la stazione ferroviaria più vicina a casa, quella di Trenord a Cocquio Trevisago?
Così ho fatto un’altra scoperta: in circa quaranta minuti di cammino leggero nei boschi del sentiero 10, poi attraversando Cerro e Caldana, si arriva in stazione e da lì in altri 30 minuti in ufficio avendo anche bevuto il caffè in Piazza Repubblica. Poco più di un’ora confronto ai 40 minuti (quando non ci sono le scuole) che avrei impiegato in auto ma con un saldo di benessere individuale, collettivo e credo anche per il portafoglio incommensurabile.
Da qui ho iniziato a chiedermi quale sarà il futuro della mobilità anche extra urbana e se davvero tra dieci anni tutti avremo una o più macchine di proprietà. Ho qualche anno di tempo per avere la risposta, intanto cammino (o pedalo ma questa è un’altra storia) …
Federico Raos, consigliere comunale Orino
La lettera di Federico insieme a quella di Tomas apre una riflessione interessante. Arriva un momento in cui non si danno solo per scontate le abitudini e si prova a sperimentare. La mobilità fa parte di questo diverso atteggiamento e così si scoprono nuove opportunità.
Se vi va, raccontateci le vostre esperienze e le pubblicheremo. Scrivete a redazione@varesenews.it
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