Riparte la Variante per la nuova strada tra via Indipendenza e la Boschina a Gallarate
L'intervento a Crenna era già stato oggetto di Variante, poi "stoppata" dal Tar. Adesso riparte l'iter, che seguirà un percorso diverso

Dopo uno stop di mesi, riparte il percorso per la costruzione della nuova strada di accesso (in realtà: di uscita) al “quartiere” di via Indipendenza a Crenna.
La giunta comunale, nell’ultima seduta prima dello stop d’agosto, ha infatti approvato il primo atto per la nuova Variante urbanistica necessaria ad aprire la nuova strada, un breve “peduncolo” che dovrebbe collegare la via Indipendenza con la via Bernacchi, alle porte della Boschina. (nella foto di apertura: l’aspetto attuale dell’area interessata)
La strada è segnata sulle carte del Comune da decenni, ma nei fatti è solo una striscia di prato tra le case. A dicembre 2021 il Tar aveva fermato la Variante con cui il Comune voleva realizzare una rampa in discesa per congiungere le due vie nella zona più alta del quartiere: i giudici amministrativi avevano ritenuto che il riferimento al Catasto non fosse sufficiente a dimostrare la proprietà dei terreni su cui doveva sorgere la nuova strada.
Già nei mesi scorsi l’assessore Rech – dopo una lunga ricerca tra le carte storiche del Comune – aveva anticipato che si sarebbe proceduto con nuova variante e con procedura di esproprio, se necessario. La delibera approvata in giunta è per ora l’Avvio del procedimento di approvazione, che prevederà poi l’avvio successivo delle fase di osservazioni e poi il passaggio in consiglio comunale per la Variante. La delibera indica che “le verifiche strumentali svolte rappresentano che le future opere andranno a incidere su proprietà comunale e private con conseguente necessità di acquisire al patrimonio comunale le aree interessate dall’infrastruttura stradale, oltre a riconoscere gli indennizzi per le occupazioni temporanee o per l’arretramento di manufatti esistenti”.
In sostanza: verrà segnalato che vengono impiegati dei mappali ed eventualmente i proprietari (che si sono opposti nella fase precedente) dovranno comunicare e dimostrare la proprietà, così che il Comune proceda con l’esproprio.
Quanto ci vorrà a completare questa fase? Il sindaco Andrea Cassani parla di «6-8 mesi di iter», cui seguirà poi la fase operativa. «La sentenza – commenta polemicamente – ci ha fatto ritardare di un anno e mezzo i lavori oltre ad aver aumentato i costi a carico del Comune». Resta il fatto che è il pronunciamento di un tribunale, ora bisogna vedere come procederà il nuovo percorso di Variante.
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