Bianchi: “Il disastro della Lega non è colpa di Draghi. Ora subito il congresso”
Le parole del deputato uscente del Carroccio: "Le avvisaglie c’erano tutte: destrutturazione del partito sui territori, abbandono frettoloso dei temi sui quali la Lega è nata e cresciuta"
Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di Matteo Bianchi, deputato uscente dalla Lega, che commenta il risultato delle elezioni politiche.
Tanto tuonò che piovve! Le avvisaglie c’erano tutte: destrutturazione del partito sui territori, abbandono frettoloso dei temi sui quali la Lega è nata e cresciuta per andare in cerca di un facile consenso a latitudini in cui l’alta volatilità del voto è da sempre cosa nota; non ultimo, la selezione dei candidati eleggibili in Parlamento in base a logiche di vicinanza e accondiscendenza verso i piani alti, senza riguardo per la base e per il suo legittimo desiderio di mandare a Roma persone che siano realmente rappresentative del proprio territorio.
Ecco alcune delle ragioni profonde del disastro elettorale della Lega: quella Lega che è la mia casa, nella quale sono stato amministratore locale e dopo 20 anni di gavetta e di trincea, ho avuto l’onore di rappresentare la nostra provincia alla Camera dei Deputati.
Onore cui, in ogni caso, sono stato pronto a rinunciare senza indugio, quando mi è stato chiesto di candidarmi a sindaco della nostra Varese, perché il bene della comunità e il gioco di squadra vengono prima di qualsiasi ambizione personale.
Ora terminerà la mia esperienza da parlamentare, ma non il mio impegno in Lega, che porterò avanti da militante e da consigliere comunale di Varese: non mi interessano posti di sottogoverno -che pure mi sono stati promessi, non si capisce bene a che titolo e perché-.
Non è questione di posti o di prebende: la mia dignità politica e umana non è in vendita e le cariche che ho ricoperto nelle istituzioni le ho sempre ottenute grazie al voto popolare.
Ora è tempo di fare una seria riflessione in sede di assemblea congressuale. Non quelli delle piccole sezioni ma i congressi regionali e nazionale!
Non si può pensare di ricondurre le responsabilità del disastro a Draghi e un partito non può reggersi sulla fede, sui commissariamenti e sulla criminalizzazione del dissenso.
Noi siamo nati per far crescere i nostri territori: per questo invito i militanti a chiedere la convocazione immediata dei congressi tramite i propri segretari/commissari di sezione.
Ripartiamo da una discussione franca su dove vogliamo andare. E ricordiamo a chi di dovere che la linea politica la decide la base, non qualche cerchio magico.
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Bacioni!
Condivido a pieno le parole di Bianchi. La Lega ha un solo problema e si identifica nel padre-padrone Matteo Salvini e di tutta la dirigenza a lui compiacente. Oltre ad aver snaturato il partito non dispone di quella serietà istituzionale che invece contraddistingue altri suoi elementi.