C’è la mano di un varesino dietro al nuovo prato del Bernabéu a Madrid
Camillo De Beni ha seguito la coltivazione e la posa del manto erboso. Nello stadio spagnolo, una tecnologia speciale permetterà di far scomparire l'erba sottoterra per proteggerla e lasciar spazio ad altri eventi
Camillo De Beni, varesino, dottore agronomo, ed esperto di tappeti erbosi sportivi naturali e ibridi, è lui che ha seguito passo passo la coltivazione in vivaio e le fasi di posa del manto ibrido collocato all’interno dello stadio Santiago Bernabéu di Madrid, edizione 2022.
Non è la prima volta che De Beni collabora col Real Madrid, ma quest’anno la sfida ha avuto uno stimolo ancora più intenso. Lo stadio sta infatti attraversando una fase di ricostruzione e ammodernamento, con deadline 2023, che lo porterà a diventare un impianto multifunzionale all’avanguardia. Inoltre, grazie a un particolare sistema, il prato verrà conservato sottoterra a temperatura e illuminazione controllata, consentendo di lasciar spazio ad altri eventi sportivi, partite di tennis, basket, volley, oltre a concerti e show di vario genere.
Dal design futuristico al campo che “scompare”, il nuovo Santiago Bernabéu sarà lo stadio più tecnologico del mondo. L’esterno sarà impreziosito da una serie di pannelli illuminati di notte conferendo alla struttura le sembianze di una vera e propria astronave con tanto di copertura semovente. «Ma la vera chicca – spiega De Beni – è l’interno: il rettangolo di gioco in erba ibrida potrà “svanire”. Grazie a un sistema di vassoi retrattili, che scorrono su rotaie e “ascensori”, il manto erboso potrà essere spostato in un garage sotterraneo a più piani, dove vivrà praticamente la maggior parte dei suoi giorni in un ambiente protetto, una vera e propria serra climatizzata, sotto l’attuale superficie di gioco».
Nella “grotta” del Bernabéu, profonda oltre 35 metri, per curare e mantenere il campo e permettere all’erba di crescere come se si trovasse all’aria aperta, saranno presenti un sistema di ventilazione e uno di irrigazione e fertirrigazione, aria condizionata, camminamenti laterali di manutenzione, illuminazione a led, telecamere di controllo e un sistema di prevenzione malattie con trattamento a ultravioletti (UVC).
Il prato vanta il marchio Made In Italy, non solo per l’agronomo varesino che lo ha seguito nella coltivazione in vivaio e nelle fasi di posa allo stadio, ma anche per l’azienda che lo produce. Il Real Madrid ha infatti scelto, per la settima volta, di affidarsi alla tecnologia Mixto®, della Limonta Sport (Bergamo) e Rappo srl (Milano).
La posa del manto ibrido Mixto®, composto sia da erba naturale e artificiale, è stata completata nelle ore più “fresche” della giornata in sole tre nottate, dal 21 al 23 agosto, a temperature proibitive: oltre 30°C. 17 camion frigoriferi hanno trasportato, dal vivaio di produzione spagnolo all’interno dello stadio, quelli che in gergo vengono chiamati Big-Rools, zolle da ben 18 metri quadri, poi posate sulle piattaforme.
«La qualità del manto ibrido – aggiunge De Beni -, così come l’operato dello staff tecnico e operativo delle società italiane e del partner locale Tapiz Verde, sono stati considerati, anche questa volta, eccezionale dei tecnici della blasonata squadra spagnola».
A scontrarsi per la prima volta con il Real Madrid sul nuovo campo sarà, sabato 3 settembre, il Betis. Occhi puntati quindi sul pallone, ma anche su questo nuovo campo in erba ibrida che nasconde in sé e sotto di sé una tecnologia mai vista prima (e anche un po’ di Varese).
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