Comincia a Varese il processo per la morte di Federico Calzati vittima di un incidente a Rancio Valcuvia nel luglio 2021
Il ventunenne morì dopo il violento impatto dell'auto sulla quale viaggiava lungo la strada statale 394: si va verso il rito abbreviato

Un tamponamento, poi l’auto che segue che si ribalta e finisce capottata all’altezza dell’incrocio che dalla strada statale 394 porta verso Rancio Valcuvia, nel pressi di una nota pizzeria che sta sull’incrocio proprio di fianco alla statale.
Nella macchina, una Peugeot, il corpo di un ragazzo di 21 anni di Cuvio, uno sportivo, Federico Calzati, che dopo il ricovero urgente non ce la fa.
Per quell’incidente stradale è in corso il processo a Varese che è alle sue battute iniziali, nella fase cioè dell’udienza preliminare che può preludere a un rinvio a giudizio, ad una richiesta di archiviazione o ad un rito alternativo.
E il ragazzo che era alla guida quella sera, un giovane di 22 di Cuvio, è ora imputato per omicidio. La notizia di oggi è che il legale, Fabio Fiore, ha chiesto rito abbreviato, che consente in caso di condanna di beneficiare di un terzo della pena e concludere il procedimento di primo grado già nella fase dell’udienza preliminare, senza cioè ricorrere al dibattimento. Un rito però condizionato all’escussione di un teste che la difesa ritiene essere importante per venire a capo delle responsabilità, cioè il funzionario di Anas cui compete la gestione dei guardrail su quel tratto di statale.
L’auto quella sera carambolò dopo un contatto col veicolo che precedeva (in direzione Cuveglio) guidato sempre da un giovane che ha spiegato al giudice di aver frenato a causa di un improvviso attraversamento di animali sulla sede stradale. Dopo la frenata, la Peugeot ha colpito la parte anteriore sinistra del veicolo che precedeva, per ribaltarsi contro un guardrail in metallo con una copertura in legno, e successivamente scarrocciare per diversi metri, fino al punto dove hanno operato i soccorsi.
Il difensore di parte civile, l’avvocato Daniele Pizzi, ha in mano una consulenza eseguita dal criminologo investigativo Manuel Cinquarla che ricostruito anche attraverso l’uso di droni, materiale fotografico e analisi sulle lamiere del veicolo incidentato ha permesso di evidenziare il contatto violento fra il tetto dell’auto e il guardrail. Uno sfondamento del tettuccio che non ha lasciato scampo al povero ragazzo che sedeva nella parte posteriore destra del veicolo.
Ora la parola spetta al giudice che nell’udienza del prossimo 1 dicembre. La posizione del conducente del veicolo tamponato è già stata archiviata nel gennaio scorso. La famiglia della vittima ha già ricevuto risarcimento assicurativo che vale in sede civile.
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